giovedì 25 agosto 2011

L’origine etimologica del nome farfalla è incerta, pare derivare dal latino “Papilionem” e nella lingua greca, il termine Psichè significa egualmente “spirito”, “anima”, “farfalla.




Le farfalle, così come molte altre specie di insetti e animali, sono degli indicatori biologici e la loro presenza o assenza in determinati siti è un chiaro segno di salubrità o di degrado ambientale. Per riveder volar le farfalle “scomparse” (1) basterebbero pochi accorgimenti in campagna, ad esempio: non eliminare le siepi nostrane, evitare di dare veleni ai terreni e agli alberi da frutto, tagliare poco o lasciare almeno un angolo d’erba spontanea per lasciarla fiorire, allestire un piccolo orto misto a fiori e piante aromatiche (meglio se sinergico) e vedremo come la Natura si rinnova sempre più bella e più sana di prima in pochi anni.


Le farfalle non si nutrono solo del nettare dei fiori ma succhiano sia la linfa che sgorga dalle ferite degli alberi sia i dolciastri liquidi spanti dai frutti stramaturi come i fichi, le albicocche, le ciliegie, le pesche, le pere ecc. Alcune farfalle hanno l’abitudine di “fare da sentinella ” al loro territorio mettendosi spesso in uno stesso punto da dove individuano e sfrattano gli altri insetti.




















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In questi giorni assolati fra le tante farfalle che si librano intorno ha attratto la mia attenzione la Podalirio (Iphiclides podalirius L.), un po’ perché con la mia imperizia di fotografa riesco a fare davvero poco (2), e un po’ perché queste farfalle non sono solo belle, le ho trovate a dir poco gentili con le persone da cui si lasciano avvicinare abbastanza facilmente; occorrono molta pazienza, muoversi lentissimamente, non far loro ombra e fermarsi quieti per riuscire a vederle volteggiare intorno a voi incuriosite, o comunque sempre poco distanti dall’osservatore.


E’ molto più facile fare una foto alle Podalirio che alle loro amiche Macaona (Papilio machaon) le quali mi son parse molto più “agitate” e concedenti meno confidenze delle altre : -)


- per la differenza fra le due vedi : http://digilander.libero.it/ropaloceri/fotopapilionidi/fotopapilionidi.htm


 sempre qui : http://digilander.libero.it/ropaloceri/biologia.htm#farfalle
si trovano interessantissime informazioni sulla vita delle farfalle e di altri insetti.
 I nomi dati a queste due farfalle, Podalirio e Macaone, hanno origine nella mitologia greca e sono legati alla disciplina della salute. I loro genitori, infatti, erano la ninfa Epione la Mite o Epion ("che allevia il dolore"), principessa di Kos e moglie di Asclepio, il dio greco della medicina.


Epione, o Epion, si avvicina molto al nome greco dell’oppio, “òpion”, ossia “succo”, perché si ricava dal succo del papavero della specie: Papaver somniferum .
Secondo alcune versione del mito la coppia Epione ed Asclepio ebbe nove figli, sei femmine:
Igea, personificazione della salute;
Panacea, che aveva il dono di curare tutte le malattie;
Iaso, la personificazione della guarigione,
Egle, la madre delle Grazie;
Meditrina, la guaritrice;
Akeso o Aceso, che sovrintendeva al processo di guarigione delle ferite
e tre maschi:
Macaone, medico chirurgo Macaone, che combatté a Troia e fu ucciso da Euripilo
Podalirio, medico generico
Telesforo, dio della convalescenza.
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(1): Le farfalle Podalirio e Macaona non sono affatto in estinzione, basterebbe rispettarne il loro territorio, il che farebbe un gran bene non solo a loro, ma anche a noi.
(2) Le foto del post sono state scattate con il cellulare.



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venerdì 19 agosto 2011
La Luna tradizionalmente governa i liquidi. La scienza ufficiale riconosce, al momento, solo gli effetti della Luna sulle maree: or bene, visto che noi siamo costituiti da circa l’85 % di acqua, checché ne dicano gli scienziati, come potremmo non sottostare alla sottile influenza lunare? Fin dai tempi antichi seguire un digiuno idrico (una volta a settimana) è stato ed è ancora oggi garanzia di benessere, oltreché pratica di disintossicazione fisica e mentale (1). Scegliere come data il cambiamento di fase lunare (che io chiamo scherzosamente Cuor Di Luna) aiuta a sentire meno -in quel giorno- il bisogno di cibo solido, comunque, anche un giorno qualsiasi della settimana potrebbe andar bene, in fondo mensilmente si avrebbero quattro giorni di purificazione in un mese mese.



Come si fa ?


Si comincia dall’ora del cambio della fase lunare e per le successive 24 ore si bevono: acqua naturale, tisane depurative e toniche, centrifugati di frutta, centrifugati di verdure, e per chi volesse anche avere la sensazione di cibo solido, si possono assumere dei frullati di frutta di stagione a pranzo e a cena, oppure, dei brodi vegetali filtrati. Evitare caffè, te, eccitanti vari e fumo. Non si avverte spossatezza, si può lavorare come sempre e, se possibile, meglio sarebbe stare qualche ora immersi nella natura.



Le fasi della Luna sono visibili anche sul calendario civile e generalmente, sono quattro in un mese così contrassegnate :

Luna Nuova
 Primo quarto

 Luna Piena
                      
  Ultimo quarto

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Solo per coloro che sono sani e adulti e volessero provare a disintossicarsi, si consiglia di astenersi dal mangiare cibo solido come solito, nelle 24 ore del cambio della fase lunare. (Per coloro che assumono medicinali invece, si consiglia il parere del medico curante)



Per gli orari di inizio digiuno vedi :

/Ad esempio : se iniziate questo tipo di digiuno liquido all’ Ultimo quarto del 21 agosto 2011 ore 23:56, vorrà dire che riprenderete un mangiare solito solo dalle ore 23: 56: 45 del giorno dopo, oppure, se iniziate il giorno di Primo quarto del 4 settembre 2011 alle ore 19:40 fate colazione e pranzo come al solito iniziando da questa ora il digiuno liquido proseguendol per le 24 ore successive.



Oltre a praticanti yoga delle tradizioni orientali e curanderos della trazione occidentale, in Italia è un medico che ha studiato e sperimentato questa metodica : il dottor Rolando Ricci e la sua dieta della Luna son diventati giustamente stimati.


Per maggiori informazioni cercare sul web “Dottor R.Ricci e dieta della Luna”
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(1) Digiunare un giorno sostituendo liquidi ai solidi non vuol dire mangiare male tutti gli altri giorni. Mangiare equilibratamente sempre sarebbe meglio, evitando zuccheri raffinati, insaccati, latticini, lieviti in eccesso, cadaverina, cibi troppo cotti, preferendo verdure crude e frutta, cereali diversi da alternare…Sui cereali ne parlerò meglio in un prossimo post.

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mercoledì 10 agosto 2011

Un efficace deodorante (non antitraspirante (1)), si fa semplicemente.
Ecco un esempio di ricetta :
Ingredienti: Bicarbonato di sodio F.U, acqua-meglio se demineralizzata-olii essenziali (facoltativi)
In un bicchiere si mescola acqua e bicarbonato a saturazione (ovvero finché non si scioglie più),
si aspettano all’incirca 30 minuti poi si filtra la parte acquosa (tralasciando il residuo), quindi si mette in uno spruzzino ricaricabile, ed è pronto all’uso.



Volendo si possono aggiungere dei buoni oli essenziali in gocce, sempre valutando la sensibilità personale, ad esempio :


su 100 ml di soluzione di acqua e bicarbonato di sodio:


da 5 a 10 gocce di olio essenziale di Limone


da 5 a 10 gocce di olio essenziale di Lavanda


da 1 a 3 gocce di Salvia sclarea.


OPPURE:


da 5 a 10 gocce di olio essenziale di Arancio amaro


da 5 a 10 gocce di olio essenziale di Melissa


da 3 a 5 gocce di olio essenziale di Limone


Agitare bene prima dell’uso.


Meglio se d’estate conservate in frigo.



Una delle mie ricette preferite é fare un infuso di Origano fresco (al posto dell'acqua demineralizzarta) a cui aggiungo il bicarbonato di Sodio più alcune gocce di olio essenziale di Timo. Ma é possibile fare infusi di ogni tipo, lasciarli raffreddare, colarli e seguire le istruzioni sopra riportate.
Ricordo che con l'alcol, spezie ed erbe  si possono fare ottimi profumi personali e dopobarba, ma che l'alcol é controindicato per deodoranti ascellari....non ci credete ? beh, basta provare : -).  


(1) Molti deodoranti commerciali, specialmente antitraspiranti, causano facilmente allergie e il loro odore chimico abbassa le difese immunitarie. Il sudore poi ha una sua ragione di essere, perfino erotica (contiene feromoni) e anche il suo odorare per i medici di una volta, era sintomo di alcune patologie. Il bicarbonato di sodio F.U. (F.U sta per Farmacopea Ufficiale), valutando la sensibilità delle ascelle, consiglio di comprarlo in farmacia poiché dovrebbe essere garanzia di un prodotto più purificato di quello dei supermercati.


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giovedì 4 agosto 2011

Verso la metà di Luglio sono andata nei campi abbandonati vicino casa per raccogliere le “fusaie” come sono chiamati nel Lazio i lupini. Erano piante “ricacciaticce” ossia perenni, che rinascono ogni anno e che erano state piantate dai contadini circa vent’anni fa per arricchire di azoto i terreni con il sovescio (1).. La giornata era assolata e ventosa e le piante al passaggio e al tocco spargevano nell’aria incantate cadenze.(2)





Riempiti i cesti sono tornata a casa e li ho “sgranati” comodamente mettendo i baccelli in una vecchia fodera di cuscino che ho poi calpestato, quindi, togliendo i baccelli svuotati, ho avuto nel cesto la visione soddisfatta di tanti semi rosati di fusaie-lupini : -).


-Per me i lupini sono un ricordo d’infanzia di quando piccolissima vedevo le nonne affaccendarsi per renderli commestibili; al tempo abitavamo al mare, ed il mare era il luogo dove si tenevano a bagno per circa due settimane fra gli scogli i lupini sgusciati. Oggi che vivo in collina li preparo in altro modo, ma proverò ad andar con ordine :

Cosa sono i Lupini ?



I lupini sono leguminose da granella della specie : Lupinus,
ce ne sono, come ho letto sul web, circa 300 specie. di cui i più conosciuti e usati sono: Lupino bianco Lupinus albus L./ Lupino blu Lupinus angustifolius L/ Lupino giallo Lupinus luteus L.
L’ Origine: Bacino del Mediterraneo, Medio oriente, America del Nord e del Sud.
-Il lupino possiede una notevole adattabilità agli ambienti più ingrati, acidi e magri dove ogni altra leguminosa fallisce, ha il potere di migliorare la fertilità del terreno e la capacità di produrre un seme ricchissimo di proteine (migliori della soia).
-Il nome scientifico “Lupinus” deriva dal latino: Lupinus Albus (forse col significato di lupo, dovuto ai fiori tubulari bianchi (?), oppure derivato dal nome greco: “Lype”,che vuol dire aroma o odore amaro collegato al sapore dei semi della pianta non de-amarizzata, quindi non ancora resi commestibile per uomini e animali.


Fin dal 4000 a.C. si hanno notizie di ritrovamenti dei semi nelle tombe dei faraoni egiziani e Plinio osservò, fra l’altro, che, le foglie di queste piante hanno la proprietà di seguire il corso del sole spostandosi lentamente sul proprio asse, tanto da costituire una specie di "orologio" vegetale. Nell'antica Roma i semi di lupino si vendevano per le strade ed erano anche oggetto di distribuzione gratuita da parte dei condottieri nel giorno del trionfo..


- I lupini sono molto ricchi di Minerali, Vitamine, Aminoacidi, sostanze azotate e proteine, tali da essere presi in seria considerazione dalle industrie alimentari e farmaceutiche (per antiglicemici e ipocolesterolizzanti). Se ne sconsiglia l’uso a malati renali e l’eccessiva ingestione a tutti gli altri in un pasto solo. (Cercate su internet alla voce “proprietà del lupino” e ne saprete sicuramente di più )

 

-Preparazione: un raccolto di lupini secchi, anche se è bene rinnovarli ogni anno, dura in genere 2 anni circa se conservati al buio e all’asciutto. Quando si decide di prepararli è bene sapere che triplicano il peso iniziale e spesso anche il loro volume e non sono de-amarizzati (cioè pronti, commestibili, digeribili) prima di 5-7 giorni circa. In casa si possono fare facilmente dopo averli raccolti in Luglio o comprati secchi selezionati biologici presso un consorzio agrario (ci sono in vendita lupini grandi e selezionati, li assaggiai, ma secondo me son buoni quanto quelli inselvatichiti). Nella preparazione sia prima che dopo la cottura e la salatura, non c’è un tempo preciso, se non il cambio obbligatorio due volte al giorno dell’acqua, pratica da osservare sempre anche per la conservazione casalinga.

-Ci saranno sicuramente modi migliori di prepararli, nell’attesa di scoprire nuove ricette io faccio così :  ne metto gr. 400 a mollo in serata


-ho cambiato l’acqua dopo 4 ore (erano cresciuti già di un poco) e sono andata a dormire. Il giorno dopo ho ricambiato acqua e sono uscita, la sera e la mattina seguente pur cambiando acqua avevano raggiunto il massimo della loro grandezza e un peso di circa Kg. 1.200. Il loro sapore era abbastanza meno amaro, ma si sentiva un retrogusto che dopo la fase di cottura sparisce. (Con tutta l’acqua dei vari ammolli ci annaffio sempre le piante).

 - Passate le 48 ore circa (con i lupini comprati ai consorzi bastano ammolli da 4 a 24 ore, controllare che non crescono più, magari segnando i livelli sul vaso di vetro con un pennarello migliore del mio : -) e che siano decisamente meno amari) li ho messi in una pentola a bollire una mezz’oretta lasciandoli poi freddare. Durante e dopo la bollitura c’è un forte odore, quasi di formaggio… magari è l’alcaloide lupanina che se ne va dai lupini ? non lo so, ma in casa mia da piccola sentivo le nonne dire che dalla raffreddatura in poi si potevano già mangiare. In casa mia si usava mettere i lupini anche nel minestrone come legume, ma a me piacevano dopo qualche giorno ancora, appena salati. L’acqua di cottura si conserva per una settimana in frigo e si usa per pulire le piaghe infettate e per eczemi sul cuoio capelluto.


- in pentola a bollire per circa mezz’ora. Spegnere e lasciare raffreddare.
-cambiare acqua ogni giorno, almeno due volte al giorno, finché dal terzo-quinto giorno in poi si aggiunge il sale marino fino e dopo qualche ora di assorbimento sale sono pronti da usare.


-Per conservarli basta cambiare acqua ogni giorno ed eventualmente ri-salare.

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1) Come in pratica tutte le piante appartenenti alla famiglia delle Leguminose (Fabacee) anche il lupino è considerato una coltura miglioratrice in grado cioè, grazie alla simbiosi con i batteri del genere Rhizobium, di trasformare l’azoto gassoso presente in atmosfera in forme assimilabili dalle piante e per questa caratteristica viene impiegato anche come coltura da sovescio.
I lupini macinati secchi sono anche un ottimo concime naturale per le piante Il suo impiego risulta ideale per limoni, aranci e gli agrumi in genere e per le piante acidofile come azalee, camelie, gardenie, ortensie e rododendri.
Le dosi consigliate sono di 80-100 grammi per metro quadrato e 8-10gr. (più o meno un cucchiaio da cucina raso) in vasi fino a 20 cm di diametro, da aumentare in proporzione se i vasi sono di diametro maggiore; una volta distribuito va interrarlo, anche di poco, in modo tale che la sua decomposizione avvenga più rapidamente e poi bagnate il terreno. Si applica ogni mese dopo la Luna Nuova.  

2) Le cadenze del suono delle fusaie assomigliano a quelle riprodotte nel video “palo della pioggia di zucca” dal bravissimo autore che si chiama Danilo Raimondo. Egli è artigiano del suono, costruttore e suonatore di strumenti e oggetti sonori, lavora diversi materiali quali zucche, legno, canne di fiume e di bambù, ossa, conchiglie, metallo. I miei complimenti Danilo!:)
Maggiori informazioni le trovate sul suo canale: http://www.youtube.com/user/artigianodelsuono

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giovedì 30 giugno 2011

L'Argilla, il potere guaritore della terra, è stata sempre usata dai popoli di tutto il mondo.

Jean Valnet, studioso di medicina naturale, parla ampiamente e con grande convinzione delle molteplici proprietà terapeutiche dell’argilla.
Egli scrive: L’approfondimento delle mie esperienze mi ha consentito di ampliare le conoscenze delle reazioni dell’argilla e ho scoperto che per molti disturbi non vi è medicina che agisca con altrettanta efficacia e facilità dell’argilla. Lei e antisettica, antitossica, assorbente, bettericida, cicatrizzante, energizzante...”.

La sua grande ricchezza di silice la rende indicata in numerose affezioni, in particolare l’arteriosclerosi, la tubercolosi, l’invecchiamento, gli stati degenerativi multipli. L’importanza del magnesio, del ferro, del calcio in terapia permettono di spiegare le funzioni delle cure argillose nelle astenie, le demineralizzazioni, gli stati cancerosi, le anemie.

L’argilla verde ventilata, che viene utilizzata per uso interno, è esente da germi microbici, infatti nessun batterio o microbo può vivere in questa terra “magica, è quindi sterile.


Come si usa:


1 cucchiaio di argilla verde ventilata (usare solo cucchiai di legno, no metallo) in un bicchiere d’acqua minerale naturale, lasciata per una notte.
La mattina a stomaco vuoto, bere l’acqua senza girare.
Dopo qualche giorno, mettere invece 1 cucchiaino
in un bicchiere d’acqua e al mattino girare e bere il tutto.
Questo per 1 mese ogni volta che si sente la necessità di depurare e pulire il corpo.
Sarebbe buona norma utilizzare l’argilla per circa 1 settimana al mese.






da : Jean Valnet


Cura delle malattie con ortaggi frutta cereali e argilla

/ edito da Giunti/


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mercoledì 29 giugno 2011
 

Il Noce (dal latino nux-nocem), é albero dalle molte virtù che ha un legame molto forte con le divinità femminili, nonostante il suo nome scientifico moderno sia Juglans regia (Juglans, probabile contrazione di Iovis glans, ossia ghianda, noce di Giove). La mitologia, in genere, è materia che vorrebbe spiegare i misteri del mondo, esprimere la rappresentazione che una società fa di se stessa e della sua collocazione nell’universo; per me sono resoconti di storie profonde che spesso dimostrano la superficiale sostituzione patriarcale di un Dio al culto primevo di una antichissima Dea. ( …un giorno tornerò a parlare meglio di questo, intanto avverto il lettore che il titolo di questo post vuole essere, per il momento, solo scherzoso).

Ricercando da Kar-Ker (la dea Caria dell’Asia Minore che ha ispirato alla Grecia pre ellenica le danzatrici Cariatidi e magari è origine dell’attuale nome con cui i greci chiamano le noci “karion”),
a Proserpina o Kore (figlia di Cerere e Giove, rapita da Ade-Plutone),
a Demetra-Diana-Janus/Janua fino alla streghe Janare,
si trovano intrecciati tutti gli usi e le credenze circa i riti più diffusi fra i popoli d’Occidente. 


Fatto sta, che tutto nel creato è duale e ogni pianta possiede miti e proprietà sia maschili sia femminili, sia benefiche sia malefiche, dipende da come le usiamo e da quanto conosciamo piante, anatomie e fabbisogni del corpo umano e animale.
Del noce si usano: le foglie, il mallo e il frutto, la noce appunto.


Le foglie secche e poi decotte, sono utili per chi soffre di dispepsia (turbe digestive), iperglicemia-diabete (alto tasso di glucosio nel sangue), diarree, tendenze alle emorragie, colite ulcerosa, leucorree (perdite bianche vaginali), difficoltà a cicatrizzare piaghe e ferite, intossicazioni, magrezza, linfatismo (debolezza costituzionale e tendenza alle malattie infettive), eczemi, parassiti intestinali, emorroidi; usato per fare dei gargarismi allevia le infiammazioni dell’apparato orale. (Consultarsi con un bravo erborista o fitoerapeuta per le dosi) USO ESTERNO : il cataplasma di foglie applicato sulla parte malata si dimostra efficace nelle ulcere e il decotto delle foglie essiccate può venire usato per lavature di tutte le mucose, per lavande disinfettanti vaginali e pennellature sfiammantii per le afte delle tonsille. Il noce è utile anche in veterinaria: le foglie applicate con cataplasma sulle mammelle degli animali ne riducono ed arrestano la produzione di latte.


La corteccia dei rami giovani è astringente e vermifuga


Frutti : Le noci sono ricche di utili elementi oleosi, proteiche per l’alimentazione, purché in piccole dosi giornaliere. L'olio ottenuto dai semi è uno dei migliori emollienti cosmetici, con marcate proprietà di permeazione della pelle
Il mallo, molto ricco di tannini e vitamina C è astringente e antilinfatico



Il mallo, che avvolge la noce quando è fresca, ha proprietà antisettiche e cheratizzanti e viene usato nelle affezioni della pelle. Per le sue proprietà di tingere di bruno, viene adoperato nei prodotti abbronzanti e per dare la tonalità castana ai capelli. A tale scopo si prepara un decotto con una ventina di malli di noce freschi per un litro o poco più di acqua, quando è freddo si aggiunge circa 200, 250 grammi di alcool a 70°, si aspettano 24 ore agitando ogni tanto, quindi si filtra bene schiacciando i malli cotti , si imbottiglia e si passa tra i capelli, generalmente dopo lo shampoo.


Come ogni anno dal Solstizio d’Estate fino al 30 di Giugno si prepara il liquore Nocino, lo si fa in tanti modi, vedi ad esempio http://it.wikipedia.org/wiki/Nocino
Questo macerato alcolico, da bere in piccole dosi, possibilmente sciolto in acqua tiepida, fa bene in caso di digestione difficile, come tonico e contro i disturbi del fegato.


Io lo preparo così :


IL “ LIQUORE” NOCINO


INGREDIENTI :
Lt. 1 grappa a 50°
Da 19 a 22 Noci Verdi, colte intorno a mezzogiorno
E messe in opera subito.
Grammi 2 o 3 di cannella
Da 6 a 9 chiodi di garofano
La scorza di un limone non trattato


Dopo 40 giorni di esposizione a Luna/Sole, agitando il barattolo possibilmente una volta a giorno, aggiungo 300 gr. di miele d’Acacia. Lascio macerare ancora 10 giorni e filtro. Imbottiglio in vetro scuro e lo lascio riposare fino a Natale. per l’uso consiglio 10, 20 gocce in un poco di acqua in caso di bisogno.


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Himma

mercoledì 22 giugno 2011

Sono davvero troppi i prodotti per l’igiene e il benessere delle persone che derivano dalla chimica petrolifera, sono non solo inquinanti per la terra, ma ci ammalano. Saponi, sciampi, balsami, assorbenti per tutte le età , tinture per capelli, creme per il corpo, sostanze per il trucco (sapete cosa è l’ INCI ? è la sigla che sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, ed è l’elenco degli ingredienti cosmetici espresso secondo una nomenclatura standard, consiglio di fare una piccola ricerca sul web scrivendo sul motore di ricerca proprio “cosa è l’ INCI” ), di detersivi per la casa ecc ecc.

Prima di tutto dovremmo informarci sui costituenti di ciò che normalmente usiamo e poi dovremmo anche arrivare a comprendere quanto il mondo pubblicitario lavori, manipoli, e seduca la nostra unica forza nel mondo del mercato che è quella di essere acquirenti.
Se noi cambiamo interesse sui prodotti anche il mercato cambierà. Se al mio negoziante chiedo prodotti biologici e non compro altro, prima o poi il negoziante si rifornirà di prodotti biologici, se parlando al supermercato faccio presente alla direzione che non hanno una linea decentemente innocua di prodotti per la pulizia della casa ma solo sostanze intossicanti e non le compro, prima o poi arriveranno sugli scaffali piccole quantità di prodotti meno tossici come richiesto. Il commerciante non ama perdere clienti. I clienti però dovrebbero sapersi imporre con un minimo di conoscenza e consapevolezza, il che non risulta difficile specialmente quando arriviamo ad essere intolleranti e allergici ai vari componenti, ed il web è una buona fonte di informazioni, ancora.


Prendiamo, ad esempio alcuni prodotti per la pulizia della casa.


Io vivo in campagna e vedo bene cosa sia l’inquinamento sulle piante, così mi sono procurata i seguenti ingredienti con cui riesco a ottenere una buona qualità di igiene ad un prezzo più che accettabile, essi sono: aceto,  argilla, bicarbonato di sodio, cenere di stufa a legna, noci lava tutto (per la lavatrice e le trovo ancora in erboristeria) alternate a Percarbonato, Acido Citrico (lo preferisco in granuli che a seconda di come lo diluisco mi serve come disincrostante, anticalcare, brillantante, ammorbidente per il lavaggio in lavatrice o a mano, balsamo per capelli (si si,  specialmente durante la stagione calda! che uso così : metto un cucchiaino da caffè raso in un litro d'acqua. Se avete la bilancina, sono 4 grammi per le acque dolci e 5 grammi per le acque calcaree. Poi adopero questo litro di prodotto per l'ultimo risciacquo dopo lo shampoo con le uova. L'acido citrico si trova in farmacia (ma spesso a caro prezzo...) oppure nelle forniture enologiche, il miglior prezzo dalle mie parti é nei consorzi agrari )


…Vado di corsa…è una bella notte d’inizio Estate..Approfondimenti maggiori li trovate, fra gli altri, su questo simpatico sito : http://biodetersivi.altervista.org/index_file/page0014.htm


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sabato 4 giugno 2011

<…"Volendo ricercare la connessioni fra gli Dei e la funzione terapeutica delle piante ci limiteremo a disporre sulla Ruota dello Zodiaco i sette pianeti : Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, intesi come principi indicatori della Funzionalità Primaria che governa le piante medicinali. Di ogni pianeta vengono menzionate solo alcune delle molte attribuzioni ascrittegli dalla tradizione : fra queste, le caratteristiche di una divinità e comuni per analogia e vibrazione energetica a piante, elementi chimici, colori, pietre, metalli e fisiologia umana"...>


Da “L’erbario degli dei” di R. Masci, Edizioni M.I.R.

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Ricordo che il 15 Giugno 2011, con inizio alle ore 20 circa,
ci sarà una Eclissi Totale di Luna,
 la fase massima si verificherà alle 22 e 13 minuti visibile dall'Italia.
Tutte le piante, anche quelle alimentari, non andrebbero  colte nè lavorate 
 per almeno le successive 48 ore. 
In realtà le eclissi, così come le costellazioni, non agiscono tanto sulle piante,
quanto sulla Terra,
e su tutti i suoi abitanti. 

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lunedì 23 maggio 2011

Siamo nel tempo migliore per iniziare a preparare speciali conserve di erbe che serviranno durante il resto dell’anno per condire soffritti, sughi, minestre e intingoli vari. I verdi aromi, era il nome con cui li chiamava mia nonna, la quale non si era mai fidata del contenuto del “dado da brodo” (1) che vendevano, (la carne, quando voleva cucinarne un brodo, eventualmente, l'aggiungeva lei fresca) e diceva che la sua "formula" di sapori era di gran lunga migliore. La sua ricetta classica  era questa:

500 gr. di cipolle
500 gr. di carote
500 gr. di sedano
500 gr. di sale fino
100 gr. di prezzemolo
100 gr. di basilico
50 gr.di aglio
50 gr. di rosmarino


Si tritano tutte le erbe insieme con una mezzaluna e su un ampio tagliere di legno.
Si mette poi il trito a scolare qualche ora in un colino, per eliminare l'eventuale acqua presente nelle verdure.
Poi, invasare in contenitori di vetro (da preferire quelli più piccoli) e conservare, anche fuori frigo, al buio e al fresco.
Oppure,
per chi non sopportasse il sale,
mettere il trito d'erbenei vasetti, pressarle bene e aggiungere olio extravergine.di oliva.



Spesso, in questo tipo di preparazione, preferisco sostituire ai 500 gr di sedano, 250 gr di Maggiorana Origanum majorana L, meglio conosciuta come Persia, e 250 gr. di Timo (Timus vulgaris oppure Timo serpillo), ma si possono usare tutte le erbe che preferiamo, secondo il gusto che vogliamo dare alle nostre pietanze.
Ad esempio, una ricetta che faccio spesso è questa:
100 gr. di rucola
50 gr. di basilico
1 o 2 pizzichi di polvere di alga spirulina
un pizzico di sale rosa
una manciata di:
noci, mandorle, pinoli, semi di zucca
frullo elettricamente il tutto e invaso con olio extravergine di oliva. Lo uso durante la settimana così a crudo sul pane, come condimento sul riso o nelle insalate più varie.
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(1) e, secondo me, aveva ragione !.


La scoperta del dado da brodo risale ai primi anni dell'Ottocento, quando il farmacista francese Antoine-Auguste Parmentier (1737-1813), su richiesta dell'esercito francese, propose patate ed estratti di carne per sfamare i soldati impegnati contro la reintroduzione della monarchia in alcuni stati europei. La sua idea, in parte respinta, fu ripresa da Justus von Liebig (1803-1872) che, considerato l'inventore del dado da brodo, si limitò, in realtà, ad applicare su scala industriale l'idea di Parmentier. La ricetta originale prevedeva l'impiego di brodo, ottenuto con carne di bue e sale, ingrediente fondamentale per la sua conservazione. Per produrre 1 kg di estratto erano necessari ben 30 kg di carne.  A parte le tossine presenti nelle carni animali allevate  e la nocività accertata del glutammato con cui é conservato, non ci vuole poi molto a prepararsi da se un "dado vegetale " , no ? 
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mercoledì 18 maggio 2011

Nella mia esperienza di raccoglitrice in alcuni anni non bastava il raccolto di piante attive per fini medicinali. Fu allora che mi interessai di come funzionasse la diluizione omeopatica e, devo dire, che la sperimentai e l’applicai con discreto successo, oltre che ai preparati erboristici, anche ai farmaci allopatici che si usavano in famiglia, specialmente per bambini e anziani. La dinamizzazione o potentizzazione è un procedimento con cui si riesce a far emergere nuove proprietà da una sostanza medicamentosa, diluendola e sottoponendola ad una serie di scuotimenti (succussioni). Fu proprio Hahnemann, lo scopritore dell’Omeopatia, a chiamare questo scuotere la sostanza "dinamizzazione" e scrisse in proposito: "le dinamizzazioni omeopatiche, sono realmente in grado di risvegliare nelle sostanze naturali delle proprietà medicamentose che restano celate fintanto che esse sono nello stato grezzo". Il processo di dinamizzazione può essere usato con sostanze prese da tutti i regni della natura. Le sostanze solide vengono raschiate o triturate mescolandole con una certa quantità di lattosio come diluente inerte; quelle liquide vengono diluite utilizzando acqua o alcool. La soluzione ottenuta viene poi scossa vigorosamente al fine di liberare l'energia dinamica racchiusa nei suoi atomi. Per farsi una immagine di ciò che avviene durante la dinamizzazione, possiamo immaginarci una cascata; vi noteremo una sottile dispersione e nebulizzazione. Per brevi momenti l'acqua sembra liberarsi dalla forza di gravità, le sue goccioline si mescolano infatti all'aria finché non tornano a cadere. Ecco, si, nel processo della dinamizzazione, abbiamo una situazione simile a quella della cascata. Ogni particella della sostanza o della diluizione da trattare, viene in intimo contatto con ogni parte della sostanza diluente, creando così una situazione finemente energetica, che mette in evidenza, passaggio dopo passaggio, aspetti celati della sostanza utilizzata. 
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sabato 14 maggio 2011




Preziosi son tutti i semi in quanto in essi è racchiusa la magia di una nuova pianta. Per la nostra alimentazione, specialmente per chi vuole eliminare latticini e carni, sono una vera ricchezza e si possono utilizzare anche in caso di diabete, gotta, ipercolesterolemia, ipertensione, celiachia e sovrappeso, non ci sono controindicazioni, tranne quella di consumarne piccole quantità al giorno, possibilmente di qualità diverse (come del resto è consigliabile per tutti i semi oleaginosi) per non provocarsi squilibri. In pratica, essi vanno considerati degli integratori dietetici, alla stregua di certi preparati farmaceutici che oggi sono molto di moda. Il vantaggio è che costano meno e spesso sono anche molto stuzzicanti. C’è poi da tener presente che i semi germogliano facilmente e possono quindi essere utilizzati anche sotto questa forma, molto più digeribile e rinfrescante. I semi oleaginosi: devono essere consumati entro l’anno di produzione e conservati in luoghi freschi, asciutti e al riparo dalla luce, poiché i grassi presenti si alterano facilmente formando perossidi e radicali liberi sfavorevoli per la salute, e andrebbero soprattutto scelti i semi provenienti da coltivazioni biologiche. I semi sono da sempre utilizzati per arricchire la cucina mediterannea, anche se adesso preferisco appuntare alcune delle loro incredibili proprietà:




Semi oleosi di girasole. Sono una buona sorgente di vitamine B1, B2, E, D, magnesio (minerale antistress), ferro e contengono numerosi oligoelementi come cobalto, manganese, zinco e rame. Possiedono inoltre delle proteine più facilmente utilizzabili di quelle della soia e un’elevata concentrazione di acido linoleico, uno dei precursori degli acidi grassi essenziali. C’è poi da aggiungere la presenza di fenoli, principi attivi a cui sono state riconosciute proprietà preventive nei confronti delle malattie degenerative e in particolare di tumori e arteriosclerosi.
Semi oleosi di zucca. Conosciuti nella tradizione popolare per le loro proprietà vermifughe, contengono cucurbitina, sostanza che favorisce il distacco dei parassiti dalle pareti intestinali e sembra avere un interessante effetto preventivo nei confronti delle malattie della prostata, tumori compresi. La presenza di magnesio, vitamina E, selenio e acido linoleico contribuiscono a migliorare il tono muscolare della vescica. Il risultato del loro uso costante è quindi la prevenzione di tutti i disturbi causati dall’ingrossamento prostatico che colpiscono gli uomini con il passare degli anni.
Più poveri di acidi grassi polinsaturi dei semi di girasole, hanno una maggiore concentrazione di proteine e un’analoga composizione di minerali e vitamine. La dose preventiva e/o curativa suggerita è di due tre cucchiai al giorno.
Semi oleosi di sesamo. Diffusi come aromatizzanti nella cucina meridionale, in particolare siciliana, costituiscono la base di molte preparazioni orientali. In Oriente li considerano stimolanti e ricostituenti del sistema nervoso, utili nelle convalescenze e nei periodi di superlavoro mentale. Tra i principi nutritivi presenti è da segnalare la particolare ricchezza di minerali come magnesio, silicio, fosforo e ferro. Ne bastano da mezzo a un cucchiaino al giorno..
Semi oleosi di lino: Da sempre usati nella medicina popolare per il loro potere lassativo ed emolliente, i semi di lino non possiedono qualità culinarie apprezzabili. Sono infatti quasi insapori. Tuttavia hanno interessanti proprietà curative. Oltre ai principi nutritivi già menzionati per gli altri semi (da ricordare, in particolare, l’elevatissimo contenuto di acidi grassi polinsaturi) possiedono mucillagini che li rendono raccomandabili come coadiuvanti nella prevenzione della stipsi. Ne basta un cucchiaio al mattino, a digiuno, da accompagnare con almeno 1/4 di litro di acqua, tisane o succhi di frutta. Lo stesso dosaggio può aiutare anche chi soffre di bruciori di stomaco. Per uso esterno,si utilizzano sotto forma di cataplasma in caso di catarro bronchiale. Un dosaggio alimentare elevato e prolungato nel tempo è controindicato.
Semi Oleosi: Noci.Tradizionalmente diffuse nell’alimentazione mediterranea, ricche di minerali e grassi polinsaturi di eccellente qualità, ma soprattutto ricchissime di quelli essenziali sia omega-3 (addirittura più del 9%) che omega-6 (33%), che nell’organismo producono le frazioni omega-3 EPA e DHA, quelle veramente importanti, presenti allo stato puro solo nel fegato e grasso dei pesci. Molto utile nelle diverse patologie cardiovascolari. Un consumo ottimale è di 2-3 noci al giorno.
Semi Oleosi: Mandorle.Contengono il 12% di acido linoleico, grasso essenziale omega-6, il 32% di acido oleico e notevoli quantità di vitamina E, rame e manganese.
Semi Oleosi: Nocciole.Contengono quasi l’8% di acido linoleico omega-6 e il 45% di acido oleico e molta vitamina E, rame e manganese.
Semi Oleosi: Pistacchi.contengono notevoli quantità di vitamina B6 e rame.
Semi Oleosi: Arachidi.In realtà è un legume, ma sempre seme oleoso: contiene acido linoleico al 15%, oleico al 24%, vitamina E, B3 (niacina), manganese.
Semi oleosi: Canapa.Tra i semi più ricchi e preziosi per l'organismo umano ci sono i semi di canapa. Un seme di canapa contiene il 60% di Omega 6, il 25% di Omega 3 e il 4% di Acido gamma Linoleico (GLA) molto utili per combattere la depressione.
E..il Lupino : Come tutti i legumi, i lupini hanno un buon potere energetico, sono un ottima fonte di ferro, potassio e vitamina B1 (vitamina che favorisce la trasformazione dei carboidrati in ENERGIA. Il principio attivo contenuto in questa leguminosa è la lupanina è un alcaloide, ossia una sostanza organica dotata di proprietà medicamentose. Notevole il contenuto proteico dei lupini: circa il 43%, quindi dello stesso ordine di grandezza di quello della carne rossa. Qualcuno dirà: “si tratta di proteine vegetali, quindi incomplete!”. Niente affatto, in  realtà il contenuto degli aminoacidi delle proteine del lupino è ottimale, presentando un picco di arginina, un aminoacido semi-essenziale indicato nei casi di astenia e debolezza muscolare. Inoltre l’arginina interviene nel processo di spermatogenesi. Al pari delle altre leguminose, i lupini contengono un’ottima quantità di fibra, addirittura superiore a quella contenuta nella soia.


Essendo vegetariana sono golosa di  lupini a merenda o dopo cena e uso sempre una piccola miscela mista di vari semi tutti i giorni, generalmente aggiunti nelle insalate o come pasto fuori casa, e mi ci trovo molto bene :-)!

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