venerdì 17 settembre 2010
Nella tradizione popolare sembra dimenticato il potere benefico delle bacche d’alloro che vengono usate per lo più in cucina o per fare qualche liquore. I miei nonni usavano la polvere di bacche d’alloro per preparare sia un olio sia uno sciroppo medicamentoso e padre Vittorio Baroni ci ha comunicato la sua esperienza per debellare “virus” moderni, che lui affermava derivare dal bacillo di Koch. (vedi il libro “Dodici Piante per i mali del secolo, edizioni Cantagalli-Siena - pag. 91) Fatto sta che le bacche d’alloro sono utili in molte malattie della pelle, reumatismi, asma, bronchiti, allergie e alcune forme di depressione nervosa. Le bacche si raccolgono fra Ottobre e, giornate asciutte e soleggiate permettendo, la fine di Novembre; devono essere sane e ben mature. Si pongono in una cesta ad asciugare all’ombra per due, tre mesi, rivoltandole spesso. Quando le sentite più leggere e asciutte, si conservano in sacchetti di carta, lontano da umido e muffe.

Per fare la polvere: pestare in un mortaio di legno o meglio se di pietra, un pugno di bacche seccate, fino a polverizzarle, porre poi in un barattolo di vetro a chiusura ermetica. Generalmente, si usa assumerne come quantità la punta di un cucchiaino di polvere, che si mette in un ostia alimentare, poi si chiude l’ostia e la si inghiotte con abbondante acqua, meglio se prima dei pasti. (le ostie si trovano in farmacia o una buona erboristeria)
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Oleolito ( o olio) di bacche di alloro secondo la ricetta di Padre Vittorio Baroni : frantumare nel mortaio le bacche seccate e metterle in un contenitore (bottiglia o vaso di vetro, divisi idealmente in cinque parti, l’ultima va lasciata vuota -come da immagine) nella proporzione di una parte di polvere e tre parti di olio extravergine di oliva spremuto a freddo (possibilmente da coltivazioni biologiche), quindi si pone il contenitore al caldo, vicino la stufa o il calorifero per un mese, agitando tutti i giorni. Dopo, NON SI FILTRA tutto, solo quel tanto da versare in una boccetta di vetro scuro con tappo a vite, e il resto si lascia nel contenitore, in modo che la polvere continui a trasmettere l’attività benefica all'olio.
Alcuni anziani, invece, l’olio d'alloro lo filtravano tutto e ri-aggiungevano, per un mese ancora, polvere ‘nuova’ di bacche. Spalmando o applicando delle garze umide d’olio d’alloro sulla parte, si usava lenire le contusioni, le slogature, i reumi, le artrosi ossee e i muscoli, si spalmava anche sul petto e sulla schiena riscaldando la dose da usare a bagno – maria, per la bronchite acuta e gli attacchi di tosse.
Tintura (o alcolito) di bacche d’alloro secondo padre Vittorio Baroni: si segue lo stesso procedimento per l’olio, solo che nella bottiglia o vaso di vetro si aggiunge grappa a 50° o, in mancanza, si può usare anche alcol da liquori “ridotto” a 50°. Si lascia al caldo agitando tutti i giorni per un mese e dopo, anche qui, non si filtra tutto, ma solo la quantità desiderata, ponendola in una boccetta di vetro scuro con contagocce. Generalmente se ne usano da 5 a 10 gocce in un pochino di acqua tiepida, si da permettere all’alcol di ‘svaporare’.
( E’ proprio con questa stessa tintura e con l’aggiunta di poco limone o finocchio selvatico semi, che a me piace fare un liquore molto digestivo da sorseggiare piano (ne bastano uno o due cucchiai) nel caso di ‘mangiarini’ troppo abbondanti).
Sciroppo di alloro secondo Padre Vittorio Baroni : Si prepara a parte uno sciroppo semplice con le seguenti proporzioni : 180 grammi di zucchero + 100 grammi di acqua. Ad un litro di sciroppo così ottenuto, poi, a freddo, si aggiungano 50-70 grammi di tintura alcolica di nacche d'alloro e si agiti a lungo. “In tal modo i principi terapeutici della pianta assorbiti dall’alcol, vengono incorporati nello sciroppo “ (pag. 206 del testo su citato). Le dosi da prendere sono, generalmente, di un cucchiaino prima dei tre pasti.
La mia personale esperienza con lo sciroppo di alloro è che, oltre ad avermi aiutato tanti anni fa a vincere forme di allergia, nei casi di tosse e raffreddamento esso è impareggiabile e buon conforto; a volte aggiungo una-due gocce di olio essenziale di timo, più una o due gocce di eucalipto, più una o due gocce di olio essenziale di pino mugo, in una bottiglia da 200cc. da agitare ogni volta prima di assumerlo.
PS:
Per chi cercasse un medico esperto di questo tipo di fitoterapia, specialmente per i bambini, segnalo: Maurizio Sberna, medico chirurgo, specializzato in pediatria, fitoterapia. Allievo di Padre Baroni, mette in pratica i risultati delle sue ricerche nell’ambito della fitoterapia e della radiestesia. Lavora all’ospedale di Viterbo
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venerdì 3 settembre 2010
Fra le piante nate tutte in uno stesso luogo, troveremo che non tutte curano alla stessa maniera.
Infatti, fra due piante ugualissime ci può essere una differenza di attività curativa. La vitalità curativa di una pianta dipende oltre che dal giusto terreno, dall’esposizione, dal microclima, anche da come essa stessa metabolizza i nutrienti, “ognuna possiede un proprio carattere” mi raccontavano gli anziani quando ero bambina, ed ecco perché mi trovai a distinguerle non solo con l’osservazione e “l’assaggio”, ma usando un gioco tradizionale, che era il 'pendolo radiostetico'.
Non avrei mai immaginato di trovare poi, nel mio cammino, medici e studiosi che avevano capito la stessa cosa e che curavano seguendo gli stessi principi. Scoprii 15 anni fa gli studi di Padre BARONI VITTORIO, che nacque il 30 luglio 1911 a Vecchiano, in provincia di Pisa, e morì a Siena il 7 gennaio 1990. Ha operato per anni con la fitoterapia e radiestesia applicata all'indagine diagnostica. Ha conseguito rilevanti risultati scoprendo le proprietà ancora sconosciute di alcune piante. Nello stesso tempo ha sviluppato una spiccata sensibilità radiestesica esercitandola particolarmente nella diagnosi e nella cura dei mali del secolo. In particolare del cancro. La sua si chiama cura fitoradiestesica. Il suo testo "Dodici piante per i mali del secolo" , edizioni Cantagalli, Siena, scritto non solo per presentare alla medicina ufficiale il suo lavoro, ma soprattutto per insegnare a TUTTI come prepararsi i medicamenti. Per chi ha possibilità di recarsi fuori città e ricercare zone selvatiche non trattate da pesticidi e ogm, insegno ancora come fare a trasformare le piante in medicamenti, e non è così difficile imparare la radiestesia per riconoscere l’attività delle piante e dei preparati…
Per chi fosse interessato ad approfondire tale studio, scrivere alla e mail, che troverete nel profilo.

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“La natura, da sola, ama nascondersi”, dice Eraclito.
Ed ecco allora l’importanza del giardino, quale sua manifestazione coltivata.
Per conoscere se stessi nel giardino del mondo, è necessario esserci
fisicamente, nel mondo. Dove sei rivela chi sei.
Il giardino esige la mente. La mente di chi lo progetta, la mente di chi lo pota,
la mente di chi perlustra la natura alla ricerca di materiali utili all’allestimento.
Differenti modalità di pensare e costruire il giardino manifestano
esigenze umane e spirituali diverse.
Come l’opus dell’alchimia, i giardini sono un’opera fatta con materiali naturali,
ma che non è soltanto naturale.
L’alchimista era chiamato “artifex”, e il giardino è artificiale.
E’ progettato e curato in modo che conservi “un’artificialità” che imita la natura…
Nell’interesse di cosa? Nell’interesse dell’anima.
"Facciamo giardini per fare anima, per portare l’anima fuori dal suo
nascondimento, per consentirle di mostrarsi".


Giardino d' Estate

Mi dicevi :
“vorrei una crosta di terra
per piantarci i miei sogni “
E or t’addormenti bambina
nel giardino d’estate,
con il sole che gioca fra rami
e farfalle…
Mentre coltivi
cammini nel tempo
svelando,
la tua dolce natura.
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Ritama, 3.9-2010
Dedicata alla Giardiniera : Marina Ceccarini, di cui segue il video da lei realizzato.

giovedì 29 luglio 2010
Le fumigazioni di vapore vaginali, oggi in assoluto disuso, erano invece eccezionali metodiche per ridurre gli effetti di patologie quali, ad esempio, la Candida albicans e il Tricomonas.
Un tempo si usavano: Malva, Camomilla e Calendula, a cui si potevano aggiungere anche Elicriso fiori e Lavanda fiori. Queste piante sono sempre state particolari alleate per il mondo femminile di ogni età.
Si procedeva in questo modo:
si preparava un decotto con un litro e mezzo circa di acqua a cui si aggiungevano -a freddo- un pugno di Malva fresca, Camomilla (3 bustine, se reperite in erboristeria) e un pugno di Calendula ( fiori e foglie fresche ), si portava a ebollizione per la durata di una decina di minuti e poi si versava il tutto in una bacinella. Quindi, si poneva la bacinella in terra, (o su una seggiolina), si ci avvolgeva un grande asciugamano intorno alla vita e si lasciavano salire i vapori…pian piano, evitando l’eccessivo calore per non “scottarsi”.. Ci si posizionava sulla bacinella fumante per la durata di circa 15 minuti.
Si usava tale pratica ogni mese alla fine del mestruo e si ripeteva ogni volta che se ne sentiva la necessità. Nei casi di disturbi più insistenti, si poneva nel decotto un pizzico di bicarbonato, e con acqua e bicarbonato F.U, reperibile in farmacia, si usava lavarsi ogni giorno, come prevenzione e igiene delle parti intime.
Il solo ‘fumento’ di Malva era utile, per tutti, anche in caso di emorroidi.
Studi sul bicarbonato e Candida albicans sono stati presentati dall’oncologo dott. Simoncini.
(a tal proposito ricercare nel web ulteriori informazioni)
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lunedì 21 giugno 2010


Buon Solstizio d’Estate del tempo nuovo,
ciò che non si raccoglie fuori
è dentro,
come Oro…
Raccoglier sempre lo potrai..

Se Sol tu lo vorrai
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(himma)
venerdì 14 maggio 2010
Gli UNGUENTI, sono preparati semi - solidi per applicazioni esterne.
La loro consistenza cremosa permette di ungere meglio la pelle delle parti affette. Sono composti di grasso e olio.
Per la preparazione si usa strutto o lanolina (evitare la vaselina) come base e a questo si mescola il succo della pianta, il decotto, la tintura o gli oli essenziali.

PREPARAZIONE:
Sciogliere il grasso (un tempo era lo strutto, oggi è meglio usare la lanolina purificata presa in farmacia o erboristeria) a bagnomaria.
A parte, in un recipiente, mettere la pianta fresca o secca con di olio d’oliva extravergine biologico, far bollire da 5 minuti a 1 ora, a seconda della pianta e dei principi che si decide estrarre, a fuoco lento, meglio se tutto il procedimento é fatto a bagnomaria.
Ritirare dal fuoco e filtrare la pianta cotta in olio in una tela fine.


Aggiungere a questo preparato lo strutto o la lanolina liquefatti.
Mescolare bene con un cucchiaio di legno e versare in recipienti a bocca larga di vetro o bachelite.
Lasciare raffreddare..


Per una migliore conservazione aggiungere, prima di tappare, alcune gocce di succo di limone o di olio essenziale di limone e/o di lavanda.
Tappare e apporre l’etichetta con il nome del preparato e la data di preparazione.





APPLICAZIONI: spalmare su ferite, piaghe, dermatosi, problemi della pelle, con leggere frizioni.

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venerdì 23 aprile 2010
La buona salute dei capelli dipende da diversi fattori fra cui: una giusta dieta, limitato stress e inquinamento ambientale, uso adeguato di semplici e naturali prodotti per la cura dei capelli, taglio e cure in armonia con le fasi lunari. (vedi Lunario di Barnanera sul web)
PER PREVENIRE E BLOCCARE LA CADUTA DEI CAPELLI:
LAVARE I CAPELLI USANDO COME SCHAMPO UOVA FRESCHE-
AGLIO: strofinare uno spicchio d’aglio sul cuoio capelluto una vota al dì. Buon rimedio per l’ALOPECIA.
ALOE: strofinazioni al cuoio capelluto e impacchi con la foglia fresca.
IMPACCHI DI: olio di ricino. Ungere i capelli, massaggiare la cute e coprire con un asciugamano. Far assorbire per 1 ora e sciacquare. Da ripetere 1 volta per settimana per arrestare la caduta dei capelli
Impacchi di : infuso di CAMOMILLA (fiori) e CURCUMA (polvere), fare una pappetta con aggiunta di alcune gocce di olio per mantenere capelli biondi e curarne la eccessiva fragilità e secchezza.
INFUSI DI:
BARDANA (radice) per capelli grassi.
ORTICA per capelli con forfora
Da usarsi come ultimo risciacquo dei capelli dopo lo shampoo o per frizioni giornaliere al cuoio capelluto. L'nfuso si mantiene in frigo per almeno due giorni senza perdere l'attività.
LOZIONE CONTRO LA CADUTA e LA FORFORA: in 1 litro di grappa mettere a macerare per
3, 4 settimane : 40 grammi d’Ortica, 40 grammi di Timo, 30 grammi di Rosmarino 40 grammi di Bardana radice. Filtrare,e usare come frizione pre o dopo shampo, usare come lozione anche serale, massaggiando il cuoio capelluto. Il massaggio andrebbe fatto NON strofinando le dita sulla cute, ma muovendo tutta la cute con le dita.

PS: L'immagine é di Gustav KLIMT : "L'albero della vita, 1909

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martedì 20 aprile 2010

I campi elettromagnetici sono radiazioni naturalmente prodotte dalla Terra e da tutti gli esseri viventi.
Sin dall’antichità gli insediamenti umani non sono mai stati casuali, ogni luogo doveva emanare un certo tipo di energia per essere adibito ad una certa funzione e non a caso abitazioni, templi e sovente anche luoghi di riposo dei morti erano situati in posti con determinate caratteristiche. Tutto ciò ci fa pensare che esista una fisiologia energetica della Terra che in qualche modo era palese ai nostri predecessori.
Tra gli esseri umani e il campo elettromagnetico naturale si instaura un equilibrio che può essere, però, sopratutto oggi, modificato dalle più diverse ragioni con effetti nocivi: l'inquinamento elettromagnetico è, quindi, in grado alla lunga di alterare le cellule di un organismo. Il nostro corpo è sensibile alle alterazioni artificiali prodotte dagli impianti elettrici delle case, dagli elettrodomestici, dai ripetitori tv, dai telefonini e da tutto quello che emette onde elettromagnetiche. I campi magnetici provocati dai cavi della corrente e dalle prese nei muri possono essere ridimensionati. Con la casa in costruzione o dovendo rifare l'impianto elettrico, scegliere un impianto "a stella": ogni punto luce deve essere cioè raggiunto da un cavo schermato che arrivi direttamente dal contatore senza passare da un altro punto luce. Questo sistema, evitando un circuito di corrente, riduce anche i campi elettromagnetici interferenti negativamente con il corpo umano. Se la casa non è nuova, si può fare installare un disgiuntore, un sistema che toglie la corrente a 220 V all'impianto elettrico quando non viene utilizzato senza privare di alimentazione le prese sempre attive, come quelle del frigorifero. Come proteggersi : In cucina, mettere sempre il motore degli elettrodomestici appoggiato alla parete: così la maggior parte delle onde emesse viene assorbita e non si disperde nell'ambiente; attenzione, però, a non posizionarli in direzione dalla camera da letto. Non lasciare il televisore o lo stereo accesi a vuoto e neanche in posizione di "stand-by". No a tv e computer in camera da letto.



Meglio evitare , del tutto, coperte termiche o sveglie elettriche. Contro l'inquinamento elettromagnetico è opportuno controllare sempre il grado di umidità. L'aria secca, ricca di ioni positivi, favorisce la conduzione di cariche elettriche. Il grado di umidità ideale di un a casa (si verifica con un igrometro) è compreso fra il 40 e il 60 per cento. Anche l'utilizzo di uno ionizzatore aiuta a rendere l'aria meno elettrica: genera, infatti ioni negativi e contribuisce a migliorare la qualità dell'aria, portando fra l'altro a terra anche la polvere sospesa: a questo caso molto utili lampade di salgemma (sale di miniera), che per il calore della lampadina che contengono emettono ioni negativi che vanno a neutralizzare l'eccesso di quelli positivi presenti nelle case. La carenza di ioni negativi influisce sul nostro corpo, rendendoci nervosi, irritabili giù di tono e predisponendoci alle malattie delle vie respiratorie.

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PS: La seconda immagine é il cratere Richat in Mauritania
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Video : Cantiga 119 :
http://www.youtube.com/watch?v=Z1klIcr0d5E&feature=related

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sabato 10 aprile 2010
Sul travasamento del vino i contadini si attengono non solo alla regola della Luna calante ma, come per il taglio degli alberi, aspettano l'inverno. Il travaso del vino tende a liberare il liquore dalla feccia, vale a dire dal sedimento, e questo si ottiene durante la stagione fredda. Infatti, quando con la primavera l'aria a diventar tiepida, anche i vini cominciano a bollire ed i sedimenti muovendosi si mescolano col vino puro. Questo fenomeno si verifica principalmente durante l'estate. Ecco la necessità di travasarli durante la stagione fredda. Altra opinione del volgo è che il vino fatto in due lune, cioè tra la fine di una lunazione ed il principio della seguente, non si rischiara. Si vorrebbe spiegare il fenomeno con la mancanza del calore lunare durante questa fase: colla fermentazione della vinaccia si separano le fecce dal liquore, e nell'interlunio, cessando l'aiuto del calore lunare, la fermentazione sarà più languida, la separazione meno perfetta, il vino verrà poco chiaro, meno spiritoso e quindi più soggetto a guastarsi durante l'estate.




Anche per il travasamento dei vini giova richiamare l'attenzione dei contadini, poiché il calore lunare, così debolissimo, non ha alcuna influenza nella fermentazione. E' noto che l'inacidire del vino è dovuto unicamente a microrganismi nocivi, mentre altri, innocui, favoriscono invece il processo di trasformazione: il Saccharomyces ellipsoideus, dopo che l'uva è stata pigiata inizia la fermentazione, per cui la parte zuccherina dell'uva (glucosio) viene trasformata in alcool. E' questo il processo mediante il quale il mosto si trasforma in vino. Contemporaneamente appare anche un microrganismo nocivo: il Micoderma aceti, il quale non potendo vivere senz'aria (poiché l'anidride carbonica sviluppatasi durante la fermentazione gli toglie il respiro) si rifugia nelle vinacce esposte all'aria, nell’attesa che termini la fermentazione, per iniziare la sua opera deleteria. Questa consiste nel trasformare l'alcool in acqua ed acido acetico non appena, col ritorno della primavera, la temperatura si rende più favorevole. Ad evitare quest’inconveniente, per cui il vino acquista un sapore acido, è prudente rimescolare tutto, immergendo cioè le vinacce nel mosto e mantenendo sempre pieni i recipienti. (Da " LA LUNA " di Alfonso Fresa -Casa Editrice Ulrico Hoepli - Milano, 1933).


Recenti studi hanno dato ragione ai contadini, infatti, sembra che la Luna influenzi particolarmente la vita dei microrganismi, specialmente la loro forza riproduttiva. Per saperne di più sugli ultimi studi sulle influenze della Luna sull’agricoltura, sul clima ma anche sulla salute e sull’umore vi segnalo l’ottima ricerca del Dott. Angelico Brugnoli, docente d’Idrologia e Bioclimatologia dell’Università degli Studi di Milano, tra cui il suo libro : Tutta colpa della Luna”. Edizioni RED:

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PS: L'ultima immagine é una Brocca cilindrica in rame forgiato e stagnato a becco con maniglia laterale per travasare il vino. EPOCA: 1870

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venerdì 2 aprile 2010
Esistono due tipi di Ortica: la Urtica Urens e la Urtica Dioica, entrambe sono commestibili e medicinali, per chi ha un angolino di orto o giardino, sarà consigliabile lasciarle vegetare alla grande. L’Ortica é una pianta ricca di vitamina C, clorofilla, sali minerali (silicio, ferro, calcio, manganese e potassio), carotene, acido formico, acido gallico, acido folico, tannino, istamina, acetilcolina ed ha riconosciute azioni di essere una pianta emostatica, antireumatica, cicatrizzante, vasocostrittrice e antiflogistica. Era considerata fra le piante sacre a Marte; anticamente veniva usata per la tessitura e nell’alimentazione di uomini e animali.


L’uso popolare l’ha impiegata anche tramite ‘strofinazioni’ leggere della pianta fresca sulle zone dolenti del corpo, per lenire il nervo sciatico e in caso di paralisi (dopo il trattamento, cospargere di talco la parte, da fare, per esperienza non più di un paio di volte in un mese, scegliendo, squando possibile, di operare nella fase di luna calante); inoltre, durante i forti temporali si usava gettarne nel fuoco per tenere lontani i fulmini, ed era considerata un ottimo talismano se portata addosso in un sacchettino rosso. Un decotto di radici e foglie di ortica bollite nel latte (migliore era quello di capra) per 30 minuti, pare sciogliessero i calcoli biliari.
Le parti utilizzate sono: la pianta intera, colta da metà Marzo a metà settembre dalle 10 di mattina alle 12, con tempo asciutto e soleggiato.
In Fitoterapia, fino a pochi anni fa, si usavano: succo, infuso, decotto, tintura, polvere per curare:
emorragie, anemia, rachitismo, dermatosi, malattie renali quali la renella, reumatismi, coliti, esaurimento psicofisico, allergie, raffreddori da fieno, crampi. Attualmente molti medici fitoterapeuti denunciano (come loro solito) l’uso “scientificamente insostenibile” anche di infusi di ortica, sebbene da loro stessi (e solo dopo le immancabili analisi del sangue ed altre ricerche di tollerabilità ) a qualcuno consigliati, per compensare il deficit immunitario riducendo “l’intossicazione” dell’organismo.
























Diciamo che per uso esterno, se non siamo allergici, ci lasciano abbastanza “liberi” di usarla….
Infatti, l’Ortica risulta molto efficace per cure dei capelli (caduta, capelli grassi, forfora) infezioni bucco-faringee (gargarismi, con decotto filtrato bene) sangue dal naso (applicazione di succo fresco) ed in cucina, come verdura.
Personalmente, ho trovato impareggiabile l’Ortica per farmi tisane ed infusi rimineralizzanti, da Aprile a Maggio, associata con un pizzico di Equiseto seccato, almeno una tazza al giorno prima di pranzo (per una decina di giorni al mese per la durata di un paio di mesi), oppure, una Tintura Madre d’ortica, comprensiva dei suoi stessi Sali (di cui vi spiegherò una prossima volta), per i suddetti benefici di rinforzo energetico e purificatore dell’organismo in toto. Con l’Ortica raccolta e seccata, ne preparo poi delle tisane invernali, in associazione con altre piante quali, ad esempio, Fiori di Sambuco e fiori di Elicriso, per combattere l’insorgere, o il decorso, di raffreddori o delle influenze.



Usi in Cucina : le utilizzazioni di queste foglie saporite e salutari sono parecchie: dalla zuppa di ortica, al risotto verde, alla frittata con cime di ortica, al minestrone, ai ravioli di magro, gnocchi di patate e ortiche (buonissimi !). Senza contare che le cime di ortica si possono far lessare e poi condire a piacere esattamente come gli spinaci, fornendo una squisita verdura nutriente, mentre l’acqua di cottura (una tazza al mattino a digiuno), depura e disintossica l’organismo. Con le foglioline più tenere, tritate finemente, si possono aromatizzare le insalate e le salsine alle erbe. In alcune regioni le foglie di Urtica urens si usano anche come succedaneo del tè.
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PS:
Il dipinto é : "La Domatrice di Capelli" di Marco Manzella
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lunedì 29 marzo 2010
Fino all’avvento della visione “moderna” della medicina, soprattutto della diagnostica tecnologica, i terapeuti si avvalevano delle loro capacità di osservazione, valutando, secondo “metodologie” tradizionali, la presenza o meno di alterazioni psicofisiche sia nelle persone malate, per ripristinare un equilibrio, sia nelle persone SANE per mantenere uno stato di salute. Al contrario di oggi, la medicina antica si preoccupava dell’individuo preso nel suo insieme di fisico, mentale, animico e spirituale, delle correnti energetiche universali e dell’habitat in cui l’individuo abitava…Un medico, era allo stesso tempo erborista, filosofo, praticante e ricercatore di spagyria alkemica, compositore egli stesso dei rimedi per la cura. Proprio per questo, i medici dell’area mediterranea (come ancor prima fecero quelli dell’India e della Cina), a partire dal VII sec. a. C. fin quasi al XVII secolo, usavano studiare la “COSTITUZIONE dell’individuo e gli squilibri dello stesso, assumendo, fra le basi speculative, specialmente la dottrina dei 4 ELEMENTI (fuoco – acqua – terra – aria) e delle 4 QUALITA’ (caldo – freddo – umido – secco). Osservando come gli elementi e le qualità naturali si esprimevano nella natura e nell’uomo, i medici/filosofi delle antichità formularono la DOTTRINA FISIOLOGICA UMORALE, descritta specialmente nell’opera di GALENO (190 d. C.). Secondo Galeno: “L’universo, e quindi l’uomo, sono composti, secondo la dottrina umorale, dai 4 elementi e dalle 4 qualità che, combinate insieme, formano i 4 umori, noti come:
BILE GIALLA (calore/secchezza): FUOCO
BILE NERA o MELANCONIA
(freddo/secco): TERRA
SANGUE (caldo/umido): ARIA
FLEMMA
(freddo/umido): ACQUA”.
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E questi 4 umori si modificano continuamente nell’organismo in base alle stagioni dell’anno, alle età della vita, ai cibi che si mangiano, ai sentimenti e alle emozion che si provano, alle ore del giorno, alle fasi lunari, ai punti cardinali ….L’equilibrio dell’essere umano è intersecato in maniera inequivocabile con quello dell’universo che lo circonda, essendo l’uomo stesso composito degli stessi elementi semplici e delle stesse forze cosmiche. Sebbene le Costituzioni Umorali siano difficili da rilevare allo stato puro nello stesso individuo, in quanto ognuno di noi è un po’ una miscellanea periodica degli stessi, un tempo si studiavano le seguenti tipologie e corrispondenze:
IL SANGUIGNO (caldo/umido): ove predomina il sangue; tipi gioviali, loquaci, ottimi bevitori e amanti dei piaceri, allegri, poco portati all’ira, rubicondi, con buona struttura osteo – muscolare, generosi.
IL BILIOSO (caldo/secco): ove predomina la bile gialla; sono tipi collerici, ruvidi, amano il comando, sono audaci, di colorito tendente al giallo e di costituzione magra.
MELANCONICO (freddo/secco): ove predomina la “bile nera”; tipi tristi, spesso deboli, poco loquaci, molto intelligenti, studiosi, avari, spesso invidiosi, di colorito olivastro/terreo.
IL FLEMMATICO (freddo/umido): ove domina la “flemma”; sono tipi di solito corpulenti, lenti nei movimenti, pigri, spesso sonnolenti, di colore bianco

Secondo la stessa dottrina, poi:
ESTATE : c’è più FUOCO = più calore/bile = più bile (collera)
PRIMAVERA: c’è più ARIA = più calore/umido = sangue ( gioia/allegria)
INVERNO : c’è più ACQUA = più freddo/umido = più flemma ( pigrizia)
AUTUNNO : c’è più TERRA = freddo/secco = più melanconia ( umor nero)
NORD = FREDDO MEZZANOTTE = FREDDO UMIDO
SUD = CALDO MEZZOGGIORNO = SECCHEZZA/CALDO
EST = SECCO ALBA = CALORE/UMIDO
OVEST = UMIDO TRAMONTO = FREDDO/UMIDO

Allo stesso modo venivano suddivisi anche i cibi che mangiamo, ad esempio
FORMAGGI = freddo – umidi/secchi + flemma;
CAFFE’ = caldo/secco + bile;
PANE NON BEN COTTO = freddo/secco + melanconia;
VINO ROSSO = caldo/umido + sangue.
Mediante lo studio e l’osservazione dell’individuo (colore della pelle, forma del viso, del corpo, tono della voce, lunghezza – colore e tipo di capelli, forma degli occhi, odore della pelle etc…) i medici delle antichità arrivavano a valutare lo squilibrio degli elementi nell’organismo e provvedevano al suo riequilibrio mediante l’uso di erbe officinali, cibi e stile di vita appropriato, cioè in armonia con l’uomo e il suo ambiente.
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PS:
La prima immagine è di: Andreas Cellarius (1596-1665) "Atlas coelestis seu Harmonia Macrocosmica",
Amsterdam 1660 - Firenze, Biblioteca Nazionale (1660)
La seconda è di Hieronymus Reussner, "Pandora", 1582, Basilea.
La terza immagine é un acquerello trovato sul web, che si ispira alle 4 tipoligie, e porta la firma "Mariuccio"
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venerdì 19 marzo 2010
Per ognuno di noi la casa ha un sua aria, un suo odore, un colore, un suono, un sapore..
Da cosa è dato il profumo di una casa ?
L'etimologia stessa del termine ci porta al "per fumum", cioè attraverso il fumo, l’unico cibo accolto davvero dagli dei, l’odore. Inizialmente le dense nubi profumate di sostanze aromatiche vegetali venivano utilizzate nei riti religiosi, soprattutto durante le offerte agli dei, che venivano così raggiunti al di là del cielo, in una dimensione extraterrestre. Parallelamente il profumo e i sensi a lui connessi, divennero uno strumento di seduzione dalle altissime potenzialità... Già nelle immagini della pittura Etrusca o Egizia, è visibile come al significato magico-sacrale si sommò quello più umanamente profano, legato all'arte del se-durre, attrarre a sé. Può sembrare strano ma i profumi influenzano il sistema nervoso centrale stimolando o inibendo l'attività cerebrale e addirittura la produzione ormonale. Questa stimolazione può modificare lo stato psichico individuale per quei riflessi che si vanno a realizzare con la stimolazione dei recettori del cervello. E' quindi simile ad una "catena": molecola del profumo, recettori olfattivi, stimolazione del sistema neuro vegetativo, stimolazione del sistema nervoso centrale, stimolazione dei recettori cerebrali, produzione degli ormoni, quindi risposta con sensazioni varie che dipendono in definitiva dai profumi odorati.
Nella vita di ogni giorno, specialmente in una realtà urbana, siamo immersi in troppi olezzi nocivi, come lo smog. Rientrare nella nostra casa, ha il senso di rientrare nel nostro spazio migliore, sentirci al sicuro, in una zona protetta, rincuorata, affrancata, dove ci è possibile ritrovarci, riposare ricaricandoci, riflettere, pensare, inventare, irradiare creatività; la casa è sempre uno spazio fondamentale ed intimo, da vivere soli o condividere con gli altri.
Tutti dovremmo avere una casa. Tutti dovremmo avere una casa sana.
Tralasciamo, per ora, le ingiustizie politiche dell’abitare, le regole di orientamento- scelta dei luoghi per erigere costruzione salubri ad evitar catastrofi prevedibili; sorvoliamo sui materiali e i moduli d’arredamento, di cui si occupa la bioedilizia assennata; nemmeno affronterò la ricerca delle fonti energetiche migliori e in armonia con le risorse del Pianeta.
Parlerò solo di un aspetto interno di un abitazione, proprio quello che può crear maggiori danni individuali, culturali, sociali politici, perpetuati scientificamente, cinicamente, su moltissimi di noi.


Generalmente, il profumo di una casa accogliente si annuncia con il profumo di pulito, questo almeno mi insegnavano i miei quando ero piccola. Il fatto è stato che ho visto il “modificarsi” di questo concetto di “profumo” nel corso del mio cammino e sono stata testimone di come, soprattutto le donne, siano da tempo malamente informate, diseducate e subdolamente invogliate ad essere le portatrici di un sistema igienico che, se da una parte ci ha liberato da tanti disagi e malattie, dall’altro ha permesso l’avanzare di una armata chimica assolutamente deleteria, tossica, eccessivamente inutile. Siamo gestiti totalmente dai predoni mondiali del Commercio Chimico a scapito di tutti noi, che paghiamo sempre: compriamo fiduciosi i loro prodotti, ci lasciamo abbagliare dall’immagine di una loro pubblicità subliminale, paghiamo con l’inquinamento dei nostri corpi, dei nostri ambienti e del nostro Pianeta. Sembra che siamo ridotti ad essere eccellenti “affari” nei tentacoli ci una piovra, fra le cui teste spiccano il Commercio Chimico e l'Industria Farmaceutica chimica. Da "geniali" ispiratori di equilibri fra i Regni, codesti "testoni" sono disastro mondiale perfetto, lento, con opportunità di rinascita inconfutabilmente distruttiva, malata, sotterranea. Sotterranea e occulta soprattutto per le nostre coscienze.
Detersivi, deodoranti, cosmetici, saponi per l’igiene di tutto, pannolini per tutte le età; ciò ha permesso mille sviluppi diversi della vita stessa delle donne e degli uomini.
Soprattutto ha permesso alle donne di acquisire tempo e dignità.
Il tempo che serviva per impegnarsi in altro... Delicatissimo e complesso discorso che in un prossimo post mi proverò ad affrontare...

...Se vogliamo avere una casa profumata in modo naturale, usiamo i profumi della natura che, nella sua immensa fantasia, ha creato per noi. Ogni ambiente può avere il suo profumo a seconda dell'attività che in esso svolgiamo, ma devono essere tenui in modo da essere piacevoli, benefici, in quanto se presenti in alta concentrazione, possono dare fastidio ed avere anche un effetto opposto a quello desiderato. Nella zona giorno, saranno indicati i profumi con proprietà antisettiche, balsamiche e stimolanti, quali il bergamotto, il timo serpillo, il geranio, il pino, l’eucalipto, il limone, la lavanda colta a calore di mezzoggiorno. Nella zona notte, saranno indicati i profumi con proprietà rilassanti favorenti il sonno, quali la rosa, la lavanda raccolta al tramonto, il cedro, la melissa, la valeriana. Se sono presenti dei bambini, i profumi indicati sono, la camomilla, il finocchio, la lavanda, bucce di mandarino o di arance “sprizzate” su angoli della stanza, che hanno effetti rilassanti e distensivi.
Io immagino gli aromi come aventi eco emanante dalla loro forma, sottili e lievi vibrazioni che possono allearsi con noi… Per diffondere gli aromi in una stanza, basterebbero le antiche mescolanze chiamate pout pourri, magari più “sevatici” e vari, fatti di piccole raccolte e organizzati in scatole di cartone, sacchetti di garza, vassoi, cestini o scatole in ceramica, composti con frutta e fiori secchi, da cambiare spesso, seguendo il nostro istinto. Oppure, preparare con le erbe seccate e raccolte nel loro periodo balsamico, un decotto da “vaporizzae” nella stanza.

A volte mi piace usare vari diffusori di vapori, ricavati '“artigianalmente” dove metto il decotto appena tolto dal fuoco dentro a ciotoline messe a svaporare piano, scaldate da una candela (o da un lumino), oppure va bene un vaporizzatore “ufficiale” e in inverno, la stesa cosa si può fare per chi ha le vaschette umidificatrici appese ai termosifoni.. Gli oli essenziali o, preferibilmente le acque profumate, molto adatte per questi fini, vanno ricercate accuratamente da un erborista affidabile. Anche i bastoncini d’incenso erano buoni, fare molta attenzione perché son diventati rari quelli non “addizionati” dall’industria chimica...
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L'immagine di apertura é di Paul Cézanne "Pot of Flowers and Fruit(Vaso di fiori e frutta)
la seconda (in colore rosato), è una pittura rupestre di 4000 annifa, trovata
a Campo Lameiro e Cotobade, in Galizia.




lunedì 15 marzo 2010


Oggi accade la fase di Luna Nera di Marzo, ottimo giorno per parlare del MAGICO POTERE DEL CHIARO DI LUNA: la luce lunare è di capitale importanza per l’equilibrio degli organismi viventi, specialmente per quelli del Regno Verde. La pianta non nutrita dalla luce lunare cresce più lentamente, è più debole ed esposta a maggior rischi di malattie e parassiti. Il chiaro di Luna può cicatrizzare e guarire le lesioni delle piante, infatti, a differenza del Sole che cura in superficie, i raggi lunari massaggiano in profondità le cellule ferite accelerandone la rigenerazione dei tessuti. Non sempre però la luce lunare ha effetti positivi e può provocare anche seri danni, in particolare: se piante abituate ad una luce notturna smorzata (o di origine elettrica) vengono esposte senza gradualità al chiaro di Luna , possono verificarsi reazioni disordinate che compromettono seriamente il loro ritmo di crescita e la loro vitalità.
Influssi cosmici dei cicli del Sole e soprattutto della Luna, producono nel nostro campo magnetico terrestre piccolissime variazioni cui è particolarmente sensibile il mondo vegetale (a queste si aggiungono le varie onde elettromagnetiche delle moderne tecnologie) e dobbiamo tener presente che ogni variazione comporta accelerazioni o rallentamenti della crescita; spesso interi raccolti di cereali e di frutti possono venirne compromessi.
Una pianta particolarmente sensibile alle variazioni magnetiche provocate dalle correnti telluriche sia naturali sia artificiali è la Salvia.
Essa qualche volta deperisce improvvisamente: il suo stelo s’indurisce come se fosse privato di tutta la linfa e dopo pochi giorni muore. Specialmente nei centri urbani una piantina di salvia sul davanzale potrebbe essere usata come segnalatore dell’inquinamento elettromagnetico.
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PS: l'immagine di apertura é il dipinto "Blue Moon " di Giuseppe Scalich
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Video Musica O SON DO AR - Luar Na Lubre
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domenica 7 marzo 2010
La Luna influenza la vita sulla terra, ci appare in continuo cambiamento di luminosità ma sempre la stessa parte, la stessa "faccia" è rivolta a noi. Collegata al sistema nervoso, al doppio astrale, abbinata all'argento e al colore viola. Un tempo seguita per i parti, e anche per “scegliere” le nascite, in quanto si diceva che durante la fase di luna calante, vengono prevalentemente selezionati gli spermatozoi femminili, mentre durante il periodo di luna crescente, prevalentemente quelli maschili. La Luna si seguiva per la migliore raccolta dei frutti che rimarranno più succosi, freschi, e il taglio dei rametti da innesto è durante la fase di luna ascendente in cui la pianta è rigogliosa e la linfa sale con più forza. Questo periodo ascendente dura circa 14 giorni in cui la luna transita dalla costellazione bassa dal Sagittario a quella alta dei Gemelli. Durante la fase di luna discendente dove transita dai Gemelli al Sagittario, vi è la condizione ideale per radicare bene e per tagli e potature in quanto la linfa risulta celata alla base e sale con minore spinta. Luna ascendente e discendente, non significa crescente o decrescente. Vedi : http://www.agricolturabiodinamica.it/site.asp?idSito=1&idLingua=2&idPagina=222
Per seguire le fasi lunari e alcune indicazioni sugli effetti e gli usi durante il mese, fra i vari lunari più semplici da consultare, segnalo questo:


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PS: l'immagine é la più antica rappresentazione della volta celeste che si conosca, chiamata Disco di Nebra dal nome della cittadina tedesca vicino alla quale è stata ritrovata – fu scolpita attorno al 1600 a. C.Raffigura il sole, la luna e le stelle, e alcuni archeologi pensano che sia una specie di “calendario astronomico” portatile: le due linee curve alle estremità infatti indicherebbero il percorso che fa il sole alla latitudine corrispondente alla città di Nebra, tra l'estate e l'inverno. In alto a destra tra la luna e il sole, l'ammasso di sette "placchette" rappresenta secondo qualche esperto le Peiadi . Ma non tutti condividono questa interpretazione. Per maggiori informazioni :
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venerdì 5 marzo 2010
La primavera sta arrivando, anche se Marzo è fra i mesi più famosi per gli sbalzi climatici, che a molti risultano fastidiosi. Una volta ci si preparava anche internamente con una depurazione, equilibrando sia la varietà dei cibi che bevendo acqua tiepida per dare energia alla nostra milza. Quando ho tempo e il clima delle giornate lo permette, cerco nei campi soprattutto lampacioni, ortiche e cicorie selvatiche da cucinare; generalmente, soffriggo i lampacioni con un poco di olio di girasole (da spremitura a freddo biologico) in una capiente padella e poi aggiungo prima le ortiche a crudo e poi le cicorie selvatiche preventivamente lessate. Faccio cuocere ancora un poco e poi le mangio con del riso integrale o basmati lessato come primo, oppure come contorno insieme a proteine e poco pane integrale a lievitatura naturale ..
Ma cosa sono i Lampacioni ?


Il lampacione é la Muscari comosum (L.) Miller. Nomi volgari: Cipollaccio, Cipollaccio col fiocco, Lampascione. Etimologia: dal greco moderno moschàri ="giacinto a grappolo" o dal greco classico mòschos ("muschio") mentre il nome specifico dal latino comosum = chiomato (in relazione al fiocco).
L. sta per Leopoldia perché il genere è stato dedicato al Granduca di Toscana Leopoldo II. Distribuzione, habitat, fioritura: Distribuita ovunque nella regione mediterranea, più frequente a sud, cresce nei luoghi erbosi, dal mare alla regione montana, preferendo campi coltivati, prati, argini e cigli stradali., dove fiorisce da Marzo a Maggio.
Proprietà ed usi: Ha proprietà diuretiche ed emollienti e tra i suoi principio attivi sono zuccheri e mucillagini. E’ una pianta con proprietà molto vicine a quelle della cipolla, e viene usata per stimolare le secrezioni urinarie e, per uso esterno, quale emolliente e rinfrescante su pelli irritate, secche e foruncolose. In cucina il bulbo sotterraneo di questa pianta trova gli stessi impieghi delle cipolle: crudo nelle insalate o cotto come componente dei sughi o lessato o in agrodolce. Viene anche conservato sottaceto per antipasti o contorni. Il loro caratteristico sapore amarognolo, che non tutti gradiscono, può essere attenuato con la bollitura, prima di procedere alla realizzazione del piatto che si desidera preparare
Curiosità: in Spagna è chiamata Hierba de los amores, e Dioscorides attribuiva ai suoi bulbi proprietà calorifiche e stimolanti il coito
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In questi periodi, da Marzo ai primi di Maggio, in genere, mi piace molto bere una tisana di Arancio dolce e fiori di Tiglio come bevanda di conforto. Mentre una volta al giorno uso preparmi per 28 giorni di seguito circa, un decotto depurativo con le erbe prese in una erboristeria di fiducia (preferisco comprare 50 gr di ogni pianta e pesare la tisana composta da me, questo perché me ne faccio poi barattoli miscelati diversamente, per esempio all’inizio la uso completa come ve la descrivo per una settimana circa, poi elimino la Liquirizia o la Menta o entrambe, perché sono sapori che, anche se mi piacciono poi, personalmente, li sopporto per poco :


Decotto Depurativo
TARASSACO radice 20 gr.
CICORIA radice 15 gr.
BARDANA radice 15 gr.
BETULLA foglie 20 gr.
ARANCIO DOLCE scorza 10 gr.
MENTA foglie 10 gr.
LIQUIRIZIA radice 10 gr.
Un cucchiaio raso da tavola di miscela
per ogni tazza di acqua fredda.
Bollire per 10 minuti, filtrare.
Tre tazze al giorno lontano dai pasti
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Per chi in questo periodo o durante l’anno avesse bisogno di un infuso rilassante, ho trovato buona questa ricetta, da cui se non piace o non si tollera un sapore o una pianta, si può sempre eliminare. E’ la loro “unione” ad ottenere l’effetto rilassante, è vero, ma a volte a me da' fastidio il sapore della Lavanda e allora la elimino, sostituendola con l’equivalente in peso, con i fiori di Calendula.

Infuso Rilassante
PASSIFLORA INCARNATA foglie 25 gr.
ASPERULA odorosa
foglie 20 gr.
TIGLIO fiori 15 gr.
ARANCIO DOLCE fiori 15 gr.
CAMOMILLA MATRICARIA fiori 15 gr.
LAVANDA fiori 10 gr.
Un cucchiaio da tavola raso di miscela per ogni tazza di acqua bollente.
Lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare.
( Indicato per combattere l'insonnia )
Una tazza la sera.
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PS: le foto sono prese dal web e la terza é sempre la pianta del Muscari o Lampacione, in fase di seme.
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martedì 2 marzo 2010


La propoli o propolis (dal greco pro – avanti/davanti e polis-città) è la materia resinosa, gialliccia, di odore aromatico con la quale le api intonacano internamente l’alveare Una vera sostanza a “difesa della città“ che le api usano per tenere sterile l’ambiente in cui vivono. Infatti, l'alveare può arrivare a temperature interne fino a 40° e se non ci fosse questo sbarramento di protezione, germi e batteri si svilupperebbero a gran velocità, distruggendo in breve tempo l'alveare stesso.La propoli è composta dal 50% di sostanze resinose e balsami, 30% di cere, 10% di oli essenziali, 5% di polline, 5% di minerali ed oligoelementi tra cui: Calcio, Manganese, Rame, Ferro, Zinco, Silicio ecc. Fin dall’antichità sono state riconosciute alla propoli tre importanti proprietà: decongestionanti, cicatrizzanti, disinfettanti. Queste proprietà la rendono preziosa per svariati usi, sia interni che esterni. La propoli si trova oggi in commercio allo stato grezzo (raramente e preferibilmente da apicoltori di fiducia), in pastiglie, in macerato idroalcolico (comunemente chiamato un tempo Tintura Madre di Propoli) o in soluzione glicolica (che é un sistema di lavorazione in laboratorio a base di glicerina) Per gli usi interni più specifici, sarà bene rivolgersi ai consigli di un bravo erborista, qui mi limiterò a descrivere gli usi più comuni
-Le proprietà disinfettanti e cicatrizzanti la rendono utilissima in una varietà di problemi cutanei: una buona crema con propoli e cera d'api è fra i migliori rimedi per le piccole bruciature e per le irritazioni causate dai detersivi. Nel primo caso occorre però accertarsi che la percentuale di propoli contenuta nell'unguento sia significativa, perché purtroppo molti prodotti vantati come "creme al propoli" non ne contengono che una minima parte.
-Una goccia di macerato idroalcolico, o il glicolico, di propoli sui brufoli li secca e li cicatrizza.
Allo stesso modo il propoli in soluzione glicolica o alcolica è utile per afte e vescichette del cavo orale. Sui denti doloranti è un po' meno disinfettante dell'olio essenziale di garofano, per meglio dire, ha minore capacità di penetrare in profondità, ma in cambio è molto decongestionante quindi efficace anche sulle gengiviti (in tal caso sembra funzionare bene anche la soluzione glicolica).
-Il propoli dà immediato sollievo alla gola infiammata. -Le proprietà disinfettanti rendono la propoli un'ottima cura preventiva contro raffreddori e influenze, sia per gli adulti che per i ragazzi. A questo scopo si possono prendere 5-10 gocce di macerato idroalcolico di propoli al giorno, mescolate con un po' d'acqua . La tintura alcolica diventerà biancastra al contatto con l’acqua.
Un tempo acquistavo la propoli da un anziano apicoltore delle mie parti, che possedeva conoscenze particolari sul mondo dell'alveare e dei suoi prodotti. Fu lui a spiegarmi che in caso di intolleranza all’alcol, si poteva fare un Mellito con la propoli stessa polverizzata.
Modalità : si scioglie a bagnomaria circa un 80 gr di miele di acacia o millefiori,
a cui si aggiungono un cucchiaino raso di polvere di propoli, circa 30, 50 gocce di acqua distillata e circa 10-15 gocce di Tintura Madre di Propoli; una volta caldo e liquido si spegne, si continua a girare aggiungendo 2 gocce di olio essenziale di Timo più 2 gocce di Olio Essenziale di Garofano chiodi (Eugenia Caryofillata). A questo punto si mette in un barattolino ( usavo quelli di vetro da 40 gr quindi questa è una dose per circa due barattolini) e si chiude quando è tutto freddato. La conservavo in frigo e si usava per afte, gengiviti, e piccole ferite nel cavo orale.
Anche la Tintura Madre di Propoli la facevo un tempo da me, rifornendomi di propoli sempre dal “nonnino delle api” . Ne mettevo circa un 20 gr avvolti bene in un fazzoletto di cotone nella parte dei surgelati in frigo per circa un paio di giorni, poi la pestavo in un mortaio piccolo di pietra fino a renderla quasi polvere, la mettevo in un barattolo pesandone esattamente 10 gr di propoli per 90 cc di alcol a 80 gradi. (vedi il post con la tabella dell’alcol). Ponevo poi il barattolo in casa, sul davanzale, in infusione alcolica per 10 giorni incominciando tutto il lavoro a 4 giorni dalla fase di Luna Nera (che viene anche chiamata Luna Balsamica, chissà, forse in questo momento del mese la propoli rilasciava meglio i suoi “poteri” all’alcol ?) agitavo tutti i giorni il barattolo, tranne gli ultimi due, che non lo agitavo più. Passati i 10 giorni, colavo il tutto prima con un colino, poi ancora con carta da filtro e riponevo in due bottigline da 50 cc in vetro scuro con contagocce. Se volete provare a farlo, ricordatevi di usare i guanti perché la propoli appiccica e macchia di nero. Pulire poi con alcol (denaturato, quello rosa che costa poco e serve per pulire i vetri) i contenitori e i colini, prima di lavarli. Per la propoli la scadenza temporale é di tre anni . Un anno più del miele.
In commercio, quello che è una Tintura Madre di Propolis, gli erboristi di oggi sono obbligati per legge alla dicitura sulla bottiglietta “Propolis resina al 30% (o 40%) -Macerato idroalcolico”
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venerdì 26 febbraio 2010
La preparazione degli oleoliti spagyrici sarebbe preferibile praticarla nei periodi che vanno dalla Luna Piena di Maggio alla Luna Piena di Settembre e prevede la messa in infusione della pianta fresca asciutta (colta nel suo periodo balsamico in orario assolato da mezzogiorno alle due, oppure, per alcuni, nell’ora diurna posta tradizionalmente sotto “la giurisdizione del pianeta dominante la pianta stessa”) o secca, in olio, come già indicato per l’oleolito erboristico. L’olio più utilizzato è quello di oliva extravergine, ma spesso è usato anche olio di ricino, che già di per sé offre caratteristiche curative peculiari, quali: essere antisettico, disinfettante, antimicotico e calmante nel caso di dermatiti.
Ora, non essendo io un esperta in Spagyria, posso solo raccontarvi come si operava ai tempi dei guaritori popolari (che non erano certo esperti spagirici-speziali, anche se le loro vecchie modalità risultano ancora oggi diverse dal solito oleolito erboristico.
-Si riempiva il barattolo metà di erba e si ricopriva del doppio con l’olio, si lascia un terzo del barattolo vuoto e si chiudeva ermeticamente.
Il barattolo, anche a seconda della pianta, andava tenuto per circa 28 giorni fuori, esposto al sole e alla luna e andava agitato ‘d’obbligo’ per una volta al giorno, preferibilmente dopo il tramonto del sole. La preparazione dell’oleolito, esponendolo ai raggi solari, permetteva di fondere i “magnetismi” della pianta con quello dell’olio stesso, magnetismi a cui, naturalmente, si aggiungevano quello del caldo Sole e della notturna Luna, che sapeva “disinfettare argentandola” l’infusione, caricandola con la sue diverse fasi di luce lunare.
- Alla fine del tempo si filtrava, si strizzava, torchiando la pianta per recuperare il più possibile l’olio intriso del passaggio medicamentoso delle erbe.

- A questo punto, l’erba strizzata si poneva in una pentola vecchia e si bruciava fuori, all’aria, fino a far diventare il residuo delle piante cenere. In questa cenere "preziosa" erano i Sali stessi della pianta messa in infusione nell’olio, che non si erano sicuramente disciolti in esso.
- La cenere veniva posta poi in una pentola di coccio pregiato, o porcellana da fuoco, su fuoco lentissimo, ricoperta di acqua piovana filtrata oppure da acqua distillata, e si portava a evaporazione, procedimento da ripetere 2, 3 o più volte fino a ottenere che la cenere si fosse trasformata in sale bianchissimo.
- Quindi, ancora calda si aggiungeva all’oleolito precedentemente filtrato, rimettendo il barattolo chiuso per ancora un ciclo lunare (circa un mese) esposto all’esterno, come prima, solo che stavolta si agitava molto di meno, una o due volte all’inizio e poi bastava.
- Dopodiché, al passare della lunazione, si rientrava il tutto, si filtrava ancora con una garza fitta di cotone e si poneva in bottiglie di vetro scuro, conservandolo al buio, a temperatura costante, lontano da eccessivi sbalzi termici.
Per l’oleolito di Calendula, di bacche di Alloro, di Bardana radice, quando avevo tempo li elaboravo ancora cosi e, almeno per me, sembravano possedere virtù maggiori dell’altra macerazione d’oleolito erboristico. (Virtù che vi racconterò in un prossimo post)
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PS: la seconda immagine é sale derivato dalla cozione dei residui di una pianta macerata in olio, quasi ultimato, mancherebbero ancora "due ri-cotture" . (immagine presa dal web)
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