Le spezie e le erbe aromatiche furono utilizzate fin dall’antichità e svolsero un ruolo determinante per lo sviluppo dei commerci. In passato, erano impiegate a scopo curativo e sacro, inoltre rientravano a buon diritto negli scambi di doni fra sovrani di diversi paesi.
Il termine "spezie" proviene dal latino species, che indicava alimenti come grano, orzo e farina; erano però distinte da questi prodotti della terra, per via del loro aroma tipico, e perciò identificate con il termine aromatica. Dai tempi dei fenici ad Alessandro Magno, all’impero romano, tutti i popoli antichi conoscevano bene le spezie, un prodotto prezioso e molto desiderato, ma anche avvolto da un alone di magia e di mistero. Nel Medioevo, il commercio delle spezie riprese vigore: pepe nero, zenzero, chiodi di garofano, cannella, noce moscata erano i prodotti più ricercati e diffusi. Nei secoli successivi le rotte commerciali si espansero progressivamente, per opera di spagnoli, portoghesi, olandesi, inglesi e francesi. Nei secoli passati, in Europa le spezie venivano utilizzate soprattutto a scopi medicinale e culinario; in cucina, servivano a coprire il sapore dei cibi non più freschissimi, soprattutto quelli delle carni. Le spezie e le erbe aromatiche, devono il loro caratteristico aroma alla presenza di oli essenziali, composti chimici molto complessi e differenziati fra loro; in generale hanno una buona azione antisettica, tuttavia bisogna tenere presente che le proprietà di queste sostanze vengono fortemente ridotte dalla cottura delle pietanze e sono assolutamente da preferire le confezioni di spezie intere, invece dei formati in polvere, miscelati o derivati da spezie.
Nel prossimo post, una breve nota introduttiva di alcune spezie ed erbe aromatiche, con cenni di alcune caratteristiche salutistiche tradizionali.
Il tempo lunare più favorevole, se il clima asciutto e solatio lo permette, è quello che va’ dalla Luna Crescente di primo quarto fino alla successiva fase di Luna Piena.
A seconda delle zone d’Italia, questi tempi balsamici possono variare di settimane, a causa dei sempre più frequenti sbalzi climatici. Personalmente, prendo come riferimento anche la divisione ottonaria del tempo, data da Equinozi, Solstizi e Punti Intermedi, ossia divido l’anno in otto parti, ma la cosa importante è incominciare con un riferimento, poi l’esperienza aiuterà “l’occhio“ a percepire la bellezza e la salute della specie ricercata. L’importante è iniziare. Le Erboristerie di fiducia possono comunque rifornirci là, dove non tutte le varietà sono per noi di facile riconoscimento e raccolta.
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Febbraio : Abete bianco, Abete rosso, Cipollaccio col fiocco, Cipresso.
Marzo : Asparago, Barba di becco, Borsa di pastore, Bosso, Cappero, Erica carnicina, Faggio, Felce florida, Fumaria, Genziana, Lichene pulmonario, Margheritina, Nocciolo foglie, Olivo, Olmo, Pesco foglie, Pino silvestre, Pioppo, Prugno, Quercia corteccia, Salice rosso, Sanguinello, Serenella, Viola mammola.
Maggio : Acetosa, Acetosella, Aglio orsino, Altea, Arancio amaro, Asperula, Bocca di lupo, Camomilla, Ciliegio, Cineraria, Cinquefoglio, Edera terrestre, Erba roberta, Farfaraccio, Fico, Finocchio marino, Fiordaliso, Malvone, Prezzemolo, Pulmonaria, Rosa canina, Rosa rossa, Rosolaccio, Sambuc fiori, Serenella, Trifoglio fibrino.
Giugno: Agrimonia, Amarena, Bocca di leone, Borragine, Camedrio,
Caprifoglio, Cardo benedetto, Centinodio, Consolida maggiore, Crespino, Dragoncello, Ebbio, Erisimo, Eucalipto, Eupatorio, Fico d'india, Fragola, Giglio bianco bulbo, Ginestrino, Lampone, Ligustro, Malva comune, Malva silvestre, Margherita, Millefoglio, Mirtillo, Mirto, Nepetella, Ortica bianca, Parietaria, Pervinca, Pesco, Pilosella, Pulegio, Risetto, Rosmarino, Ruta, Salvia officinale, Timo Serpillo, Timo vulgare, Verbasco, Veronica, Vulneraria, Iperico.
Cicoria, Coda cavallina, Corbezzolo foglie, Cumino dei prati, Edera, Elicriso, Meliloto,
Melissa, Menta acquatica, Menta piperita, Mentastro, Mentone, Mugo, Origano, Porcellana, Ribes nero, Ribes rosso, Salvia sclarea, Santolina, Semprevivo, Tiglio semplice, Tiglio doppio, Verbena.
Agosto : Aglio, Anice verde, Caglio, Carrubo, Cipolla, Coriandolo, Finocchiella, Giaggiolo, Girasole, Iride germanica, Lampone, Licopodio, Luppolo, Maggiorana, Melanzana, Mirtillo, Peperoncino, Piantaggine, Polipodio, Prezzemolo, Santoreggia, Sedano, Tormentilla, Uva ursina, Verga d'oro, Vite americana.
Settembre : Aneto, Angelica, Angelica selvatica, Arnica, Barba di becco, Bistorta, Calcatreppolo, Calendula, Canna, canna di palude, Cappero, Cardo dei lanaioli, Cariofillata,
Castagno d'india, Cedrina, Cicoria, Cinquefoglio, Giglio bianco bulbo, Ginepro rosso frutti,
Ortica, Pungitopo, Quercia foglie, Rosa canina, Rovo frutti, Tamerici, Tarassaco, Valeriana, Zucca.
Ottobre : Acetosa, Ailanto, Asfodelo radice, Asparago, Bardana radice, Borsa di pastore, Carota,
Consolida maggiore, Felce maschio, Genziana, Ginepro bacche, Limone, Lingua di cane, Liquirizia, Malva silvestre, Ninfea, Pioppo, Rabarbaro alpino, Sedano montano, Sigillo di Salomone, Sorbo frutti.
Novembre : Agrifoglio, Alloro, Felce florida, Finocchio, Frangola, Mestolaccia, Nespolo, Olmo.
Dicembre : Arancio amaro, Arancio dolce.
Dalla storia della cucina della nostra civiltà, ci sono rimasti testi importanti, come quelli contenuti nei libri di Plinio il Vecchio, Antimo (medico greco alla corte dell’imperatore romano d'Oriente Zenone di Bisanzio, nel 481), ma la maggior parte degli autori antichi, pur con passione, hanno scritto per lo più su idee pratiche alla ‘moda’, dentro le maglie di un potere concentrato a soddisfare più i gusti di originalità di una parte sociale dominante, che altro. In fondo, tutti gli autori migliori che si sono occupati del cibo e della salute, hanno da sempre consigliato semplicità -pur nella varietà- e moderatezza.
La crescita occidentale della varietà alimentare e la complessità della preparazione dei cibi, impongono l'esigenza di mettere ordine nel menù. L'amore per la buona tavola non può e non deve essere gozzoviglia disordinata ma misura, attenzione alla qualità delle portate, rapporto corretto tra quello che si mangia e quello che si beve.
Il titolo "L'Arte del Mangiare" é certo una battuta esagerata per il mio modo di mangiare, che é molto semplice e a periodi, anche "ordinato" dalle Lune, ma questo magari, lo spiegherò in seguito, per ora,
Un piatto unico di carote:
Per due persone: un Kg di carote - 4 uova del contadino, scelte fra quelle più grandi- 2 tazze di farina di frumento 00 o farina integrale possibilmente biologica - pepe nero o peperoncino triturato, a scelta - olio di girasole spremuto a freddo biologico- sale integrale o marino, da aggiungere solo alla fine.
Preparazione : Sbollentate le carote, scelte tra quelle più grosse e dure. Levatele dal fuoco a metà cottura, e lasciatele scolare bene: tagliatele poi per il lungo (o se volete per tondo), ricavandone delle fettine lunghe come lingue. Preparate una pastella con uova, farina e “pizzico”, lasciandola poi riposare per 20 minuti. Scaldate l'olio, tuffate le linguette di carota nella pastella che deve essere piuttosto solida e mettetele a friggere nell'olio, a fuoco dolce. Ritiratele quando saranno croccanti, e fate scolare l'olio in eccesso, salate al momento di servire, la pietanza ben calda.
Crostini di castagne
Prendere castagne fresche sbucciate e cuocerle in abbondante acqua con sale e finocchio selvatico. Dopo la bollitura prolungata, si tolga la seconda pellicina e si pestino bene nel mortaio. Si rimetta la purea di castagne in un brodo di verdure, aggiungendo ancora finocchio e portare il tutto ad ebollizione. Versare il composto ottenuto sopra a fette di pane arrostito, salando a piacere.
Pasta e cavolfiore:
Togliere le foglie esterne, quelle più dure (da fare poi a parte come contorno in un'altra ricetta)
al cavolo cosiddetto “dalla palla”, farlo a fette e poi lessarlo. Preparare una padella con dell’olio bollente e soffriggere del porro o dell’aglio, sfumandolo appena con del vino bianco.
Terminata questa preparazione, si aggiunge un pochino di acqua calda e si aspetta che il cavolo si “spappoli” un poco di più. Nel frattempo si cuoce la pasta, corta possibilmente, e la si scola poi nel sugo di cavolfiore, mantecando ancora un poco sul fuoco. Spegnere, aggiungere sale e a piacere pepe o peperoncino- poco parmigiano o grana o pecorino grattugiati e coriandolo (per chi l’aggrada).
Per lessare qualunque verdura uso un cestello e lo metto in una qualsiasi pentola coperta, così da mantenere il più possibile alcune qualità che con la bollitura in acqua andrebbero perse. Lesso sempre il cavolfiore con le foglie, dopo averle tagliate e pareggiate “rasando” la parte più alta e più dura della costola. Con le foglie tolte al cavolo lessato, ci faccio un contorno rosolandole in un soffritto (appena) di olio e aglio e peperoncino, e sono buonissime.
Il momento della raccolta deve coincidere con giornate limpide e asciutte, quindi distante dalle prime ore umide della giornata o dopo il tramonto del sole. A seconda della durata dei principi attivi che si richiede alla pianta seccata, sarebbe meglio raccogliere durante il periodo che va dalla fase lunare crescente Primo Quarto fino due giorni prima della fase di Luna Piena.
Le gemme - vanno raccolte all’inizio della primavera.
Le foglie - vanno raccolte in primavera, o poco dopo, al loro completo sviluppo.
La corteccia - in primavera nel momento che i rami sono pieni di linfa.
I fiori - quando non sono ancora completamente sbocciati
I frutti -a completa maturazione
I semi – appena prima che la pianta li lasci cadere
Le radici - quando la pianta è in assoluto riposo.
Dopo di che, se non si passa subito a trasformarle fresche in preparati, per seccarle si seguono le seguenti fasi:
Essiccamento - da fare nel più breve tempo dalla raccolta, in genere entro le prime 48 ore, altrimenti le proprietà della pianta si deteriorano.
Immagazzinamento - da attrezzare in un locale ventilato a riparo da umidità, luce diretta, insetti infestanti e roditori. Da preferire sacchetti di carta, di cotone o barattoli di vetro.
Occorre lasciare il vaso con le erbe sminuzzate e l'olio a riposare per molte settimane alla luce del sole. La luce del sole induce la pianta a rilasciare i principi attivi nell'olio.
E' il metodo ideale di infusione in olio per materiale di pianta fresca e per le parti più delicate come i fiori. (Ad esempio, l'erba di San Giovanni (iperico), la calendula ed il meliloto ).
L'olio d'oliva é particolarmente adatto per gli oleoliti a freddo e raramente irrancidisce.
L’intensità della luce del sole e la durata della macerazione influenzano la concentrazione dei
principi attivi. Per un'azione più decisa, aggiungete all'oleolito appena estratto una nuova quantità di erbe.
1. Mettere l'erba in un vaso di vetro trasparente e versare l'olio fino a coprirla del tutto.
2. chiudere il vaso e scuoterlo bene, una volta al giorno, possibilmente. Porlo in un luogo soleggiato per 2-6 settimane.
3. versare olio e miscela in un filtro di cotone, colare e spremere anche l'erba.
4. versare l'oleolito in bottiglie di vetro scuro, etichettare e chiudere.
La durata della maggiore attività è generalmente da sei mesi ad un anno
(Gli oleoliti hanno attività medicinale e possono provocare effetti indesiderati a dosi o prescrizioni sbagliate)
Le erbe aromatiche come, ad esempio, zenzero, pepe e peperoncino, ad esempio, danno "oleoliti a caldo" efficaci per dolori reumatici o artritici migliorando il flusso sanguigno locale e rilassano la muscolatura. Altri oleoliti a caldo, preparati con foglie di erbe come la Consolida, aiutano la guarigione delle ferite. L'oleolita di Tasso barbasso si usa per le otiti e le otalgie.
1. mettete a scaldare a bagnomaria l'erba sminuzzata e l'olio e fare bollire piano da 1 a 3 ore, a secondo della pianta.
2. togliere dal fuoco e lasciare raffreddare
3. rovesciare l'olio attraverso un sacchetto di cotone in un imbuto, spremendo lentamente ma energicamente le erbe, per far fuoriuscire tutto il liquido
4. versare l'oleolita in bottiglie sterili di vetro scuro, tappate ermeticamente ed etichettate. Per le quantità e le dosi, generalmente, come scritto sopra, si usano dai 250 gr ai 500 gr di erba fresca o secca in circa 750 - 900 ml circa di olio .
Stanotte
Anche l' umida Luna sorride
mirando
ai verdi germogli
che, di nuovo,
stanno nascendo ...
L' intento di questo blog non vuol essere un' operazione medico-curativa, né di volersi in alcun modo sostituirsi a pratiche mediche professionali; l' intento è semplicemente di tipo culturale, e di recupero delle nostre tradizioni popolari.
Percorrendo la storia degli Erbari, si capisce come il derivato fitoterapico sia il frutto di intuizioni, di studio, di ricerca e di attività proiettate alla scoperta dell’optimum curativo, che non può essere considerato affatto il risultato di operazioni astratte, anche se, talvolta, il contesto in cui vengono formulate alcune ricette dei ‘semplici’, potrebbe indurci a pensarlo.
Questi appunti sull’uso delle erbe, raccolti ed esperimentati da me e da altre persone nel tempo, potrebbero essere una traccia…Una traccia, per ricominciare ad informarci di come siamo fatti noi stessi e di come alcune sostanze naturali ci possono aiutare, nutrire e rifocillare ancora, in un territorio sempre più urbanizzato e profondamente impoverito.
Strada facendo, racconterò esempi di rimedi, ricette di cucina, cronache antiche, usi e leggende italiane; segnalerò alcuni link per incoraggiare lo studio di anatomia e fisiologia del corpo umano, molte immagini delle piante spontanee reperibili nel web, ma anche link d’informazione circa “l’arte del governo terrestre”, per ricordarci come soprattutto la politica e l’economia, se mal comprese e usate, ci aiutano sulla via della tristezza e del malanno.
Perdonate errori di grammatica e di organizzazione degli argomenti, non sono scrittrice e non me la cavo per niente bene con i computer. Per chi avesse dei dubbi o ulteriori curiosità sui temi trattati, o volesse intervenire per scambiare informazioni, il blog è aperto, io sono Himma, abito ancora (per poco credo) in una situazione naturale e selvatica, e sono rintracciabile alla email: rimaio@tiscali.it
Salute a tutti !