Ora, non essendo io un esperta in Spagyria, posso solo raccontarvi come si operava ai tempi dei guaritori popolari (che non erano certo esperti spagirici-speziali, anche se le loro vecchie modalità risultano ancora oggi diverse dal solito oleolito erboristico.
-Si riempiva il barattolo metà di erba e si ricopriva del doppio con l’olio, si lascia un terzo del barattolo vuoto e si chiudeva ermeticamente. Il barattolo, anche a seconda della pianta, andava tenuto per circa 28 giorni fuori, esposto al sole e alla luna e andava agitato ‘d’obbligo’ per una volta al giorno, preferibilmente dopo il tramonto del sole. La preparazione dell’oleolito, esponendolo ai raggi solari, permetteva di fondere i “magnetismi” della pianta con quello dell’olio stesso, magnetismi a cui, naturalmente, si aggiungevano quello del caldo Sole e della notturna Luna, che sapeva “disinfettare argentandola” l’infusione, caricandola con la sue diverse fasi di luce lunare.
Per l’oleolito di Calendula, di bacche di Alloro, di Bardana radice, quando avevo tempo li elaboravo ancora cosi e, almeno per me, sembravano possedere virtù maggiori dell’altra macerazione d’oleolito erboristico. (Virtù che vi racconterò in un prossimo post)
Il miele è un prodotto alimentare che le api producono dal nettare dei fiori. Questo viene bottinato e trasformato, grazie a delle sostanze specifiche proprie delle api, per poi essere immagazzinato e lasciato maturare nei favi dell'alveare. Il miele è costituito principalmente da zuccheri monosaccaridi quali fruttosio e glucosio. La diversa predominanza dell'uno sull'altro determina, con l'abbassarsi delle temperature, la cristallizzazione o meno del miele. Mieli ricchi in fruttosio, si dice, tendono a rimanere liquidi a lungo, mentre i mieli ricchi in glucosio tendono a cristallizzare col tempo. Si consiglia di usare il miele ad un massimo di temperatura inferiore ai 40° centigradi per non variarne le preziose virtù e caratteristiche organolettiche.
Oltre ad essere un alimento medicamentoso (se non si è allergici ) di per se, con il miele è possibile fare i Melliti, che sono miscele di miele ed estratti erboristici o decotti, al fine di ottenere preparati specifici.
Gli Oli essenziali, di cui parleremo in seguito, sono un prodotto di complicata estrazione ed è bene acquistarli presso erboristeria di fiducia, sono abbastanza cari se puri, sono concentratissimi, non hanno scadenza se conservati bene, e sono utili per molte altre applicazioni che vedremo.
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Le piante che vogliamo studiare, le riconosciamo con l’aiuto di un esperto, le raccogliamo direttamente dal campo, avendo cura di scegliere per il prelievo esemplari possibilmente completi di tutti gli organi vegetali - radici, fusto, foglie, fiori, se possibile anche frutti e semi; nel caso di esemplari a portamento cespuglioso o arboreo, si preferisce recidere un rametto anch'esso completo - vengono disseccate dopo essere state classificate, sottoponendole ciascuna a una forte pressione, tra due fogli di carta assorbente (va bene anche un cartoncino poroso a contatto con la pianta e fogli di giornale per assorbire umidità, su cui si appoggeranno dei libri pesanti) e lasciandole quindi seccare per qualche ora, per ripetere poi più volte la stessa operazione con nuovi fogli.
Successivamente, gli esemplari sono attaccati singolarmente - talvolta, se le dimensioni lo consentono, anche due o tre, purché della stessa specie e raccolti nella stessa data e località - su fogli di carta resistente, di solito mediante spille e striscioline di carta gommata (una volta venivano incollati completamente sulla carta), cercando di fissarli in modo che presentino gli organi più significativi e meglio conservati rivolti verso l'occhio dell'osservatore. Ogni foglio deve avere un'etichetta dove sono riportati: luogo e data della raccolta (possibilmente anche stazione, natura del terreno, altezza sul livello del mare ed altri dati ecologici - nome del raccoglitore e del determinatore esperto). Si raccomanda di farlo solo se si vede che di quella pianta ce ne sono molte altre in loco, proprio per non disturbare la propagazione della specie.
Per gli appassionati, ecco alcuni degli Orti e Giardini Botanici visitabili in Italia:http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_degli_orti_botanici_in_Italia
Un pò come dovrebbe succedere fra le genti del mondo…
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Seguo nelle foglie e nei fiori,
nelle bacche aromatiche
lezioni d’amore
e di onesta pietà.
E se il vasto mondo ruota
raccontando paura, dolore, perplessità,
costruirò la mia casa nei campi
e sarà solo il cielo il mio tetto,
l’aria che respirerò,
infusi di erbe ed acqua di fonte
ciò che berrò
ringraziando la vita.
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amichevole pensiero da chi,
autrice del bog:
Alle piante, poi, erano anche collegati i significati astrologici con i sette pianeti per studi di similitudine. I vecchi scritti che ci sono pervenuti, sono redatti in un linguaggio simbolico, per difendere gli autori dalle persecuzioni ecclesiastiche o del potere dell’epoca. Nei testi di Basilio Valentino, alchimista medievale, http://www.esopedia.it/index.php?title=Basilio_Valentino
si diceva che : “Il cuore è l’organo presieduto dal Sole, e dalla sua carica energetica dipende la capacità minore o maggiore di sopportare quello stato necessario alla ricerca interiore che chiamiamo solitudine. L’accettazione gioiosa del cuore solitario che prescinde dall’essere solo tra la gente permette l’impermeabilità dell’essere non più mutevole o influenzabile, ma presente a se stesso. Se non si è carichi dell’energia solare non si possono affrontare le prove dello sviluppo interiore”.
Nella tradizione popolare europea e mediterranea, si sono tramandate oralmente alcune delle tecniche di trasformazioni vegetali e minerali per la cura di alcune malattie, di cui ho solo un’esperienza pratica nel preparare, quando mi necessitano, Tinture Madri ed Oleoliti Spagyrici, che vi racconterò nel proseguo…
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per chi interessato a leggere qualche semplice metodica d’uso sull’Astrologia e i rimedi collegati alle piante: http://www.macrolibrarsi.it/libri/__lerbario_degli_dei.php
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Fitoterapia, guarire con le piante
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Aromaterapia
guarire con le essenze delle piante
Giunti editore- pag. 432- €. 11.00
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Troverete maggiori informazione a questo link :
Fra i fiori commestibili che imparai a mangiare in insalate, bibite, dolci e frittate ci sono :
achillea, aglio selvatico, arancio, basilico, borragine, calendula, camomilla, caprifoglio, carota, centaurea, crespino, dente di leone, dalia, erba cipollina, fagiolo, fiordaliso, finocchio selvatico, gelsomino, geranio robertiarum, ginestra, girasole, glicine, ibisco, lavanda, lillà, magnolia, malva, margherita, menta, mirto, nasturzio, papavero, passiflora, pesco, pisello, pratolina, primula, robinia, rosa, rosmarino, rucola selvatica, salvia, sambuco, senape, tarassaco, tiglio, trifoglio, viola del pensiero, viola odorosa e viola tricolor selvatica, zucca, zucchina.
Nello specifico dei sapori o particolarità, provo a riportare quanto segue per alcune di esse:
Calendula : In cucina è apprezzata con le zuppe di verdure, insalate miste e risotti. Inoltre, essiccata e ridotta in polvere, grazie al suo brillante color arancio dorato, può sostituire il più costoso zafferano (è rinomata, infatti, come “zafferano dei poveri”). Aggiunge un po’ di amarognolo. I fiori della calendula sono buoni sia cotti che crudi.
Fiori di basilico : Simile a quello delle foglie, ma più intensi, si possono utilizzare nelle stesse pietanze.
Fiori di rosmarino : Vanno mangiati crudi e sono ideali per profumare sia carni che pesci.
Gelsomino : Ha un profumo delicato, sta bene con il pesce. Fiore da aggiungere anche insieme ad un buon tè, in teiera.
Geranio Robertiarum : Il geranio robertianum è indicato per aromatizzare bevande, conferendogli una fragranza limonata.
Girasole : i petali giovani hanno un sapore simile al carciofo mentre i più vecchi risultano più amari.
Ibisco viola o rosso : I fiori vistosi perfetti per decorazioni hanno un sapore di limone addolcito.
Lavanda : I fiori di questa comune pianta hanno un sapore molto intenso, si raccolgono dalla tarda primavera fino a tutto luglio. In cucina i fiori vengono abbinati a piatti di carne, formaggi e anche per i dessert, perfetti nei panini come aroma, in marmellate o biscotti (in Nord Africa vengono usati essiccati per condire il cous cous con altre varie spezie nella famosa miscela “ras el hanout” http://it.wikipedia.org/wiki/Ras_el_hanout )
Nasturzio : http://it.wikipedia.org/wiki/Tropaeolum_majus
Questa pianta è commestibile in tutte le sue parti con un buon sapore agro-piccante.Fiori e foglie, molto ricche di vitamina C, possono essere aggiunte alle insalate ed i semi non ancora maturi, si usano in salamoia o sotto sale come i capperi.
Primula : Le foglie si possono consumare in insalata, nelle zuppe o salse mentre i fiori si mettono nelle insalate, in infusione nel vino, nelle bevande alcoliche con frutta, e la radice della primula può essere un aroma per la birra. E’ altro fiore buono per infuso contro la tosse dei bambini
Robinia (Robinia pseudacacia) : È una leguminosa spinosa vigorosissima, comunissima anche nelle città. Con i fiori (bellissimi grappoli bianchi penduli, nel mese di maggio) si fanno buonissime frittelle, dal sapore particolare.
Rosa canina: Questo fiore era il più usato in cucina, i cui piccoli petali decoravano le insalate. . Vanno ricordati i cinorrodi della rosa canina che vengono comunemente usati per confezionare sfiziosi sciroppi e marmellate (magari ne parliamo meglio in un post a parte).
Rucola : Usata in insalata comunemente ma i suoi fiorellini aggiungono una sensazione di pepato.
Sambuco : I fiori, unica parte commestibile della pianta, sono adatti per sciroppi o liquori o anche per le frittelle dolci; se essiccati servono per le tisane antinfluenzali. La raccolta dei fiori avviene tra aprile e giugno. Non lavare i petali perché vi si toglierebbe il sapore.
Viola odorosa: Da aprile fino a settembre le viole si possono consumare candite o con i dolci o anche in insalata. Perfetti per dessert al cioccolato. Le viole del pensiero colorate di giallo, rosa e blu-viola , hanno un intenso sapore d’erba perfetto con i piatti conditi con aceto balsamico. La viola tricolor piccolissima e selvatica, sta diventando rara, era fra i più potenti febbrifughi e serviva molto per fare oli, tinture e infusi per curare i fibromi.
Usate fiori appena sbocciati. I petali vanno separati dal resto del fiore solo all’ultimo momento e se vanno lavati, solo immediatamente prima dell’uso. Si possono conservare i fiori puliti in frigo, avvolti in un panno umido, da tre fino a un massimo di cinque giorni, ma freschi di giornata, al ritorno da una gita fuori porta, ad esempio, sono ovviamente migliori.
Ed eccovi alcuni “Fior di Ricette” :
Frittata di fiori …al forno: Preparare una pastella con almeno 3 uova, mezzo bicchiere di acqua, formaggio grattato (scegliere fra parmigiano, o pecorino romano o pecorino toscano ben stagionato) pepe o un pizzico di peperoncino. Al composto aggiungere fiori di zucca o di zucchine tagliati a metà, borragine, calendula e malva. Versate il miscuglio in una teglia rivestita con carta da forno ed infornate in forno già riscaldato a 180°. Cuocere fino a quando la frittata si sia rappresa.
Salsa di lavanda e carciofi: Prendere solo le parti tenere delle foglie di carciofo e metterle in acqua con succo di limone per alcuni minuti tagliate finemente. Quindi sciacquarli sotto acqua corrente, asciugarli appena con un canovaccio e metterli a cuocere in una padella con un po' di olio extra vergine di oliva (o olio di Girasole spremuto a freddo, entrambi di provenienza biologica) rosolandoli con poco aglio, aggiungere per la cottura un poco di brodo vegetale (fatto a parte con cipolla, sedano, bietole, foglie di malva, menta o mentuccia, pomodoro appena) per almeno 10-15 minuti. A questo punto, versare nella padella la pasta (o il riso) già cotta a fatela ‘saltare’ per un paio di minuti con aggiunta di formaggio e sale. Versarla nel piatto guarnendola con fiori di lavanda.
Insalata di erbe e fiori: In parti uguali mettere tenere foglie di malva, crescione, tarassaco, acetosa, borragine, pratolina. Condirle e guarnirle con pochi fiori di malva, petali di rosa canina e pratolina. Oliare, salare appena e lasciar riposare un 5 minuti, girandola un paio di volte con un cucchiaio.
Frittelle ai fiori di sambuco: Preparate una pastella con il latte (vanno bene anche latti vegetali, come quello di soia o di riso) al posto dell'acqua, due tuorli di uovo, pochissimo burro fuso (io non lo metto per intolleranze alimentari personali), un po' di miele e un pizzico di sale. Mescolare accuratamente ed aggiungere i bianchi delle uova montati a neve. Immergere i fiori di sambuco, accuratamente puliti, nella pastella e friggete in olio extra vergine di oliva. Quando pronte cospargetele di zucchero di canna o con un poco di fruttosio.
Per i formaggi:
aggiunta di fecola o di farina di patate o di amidi per aumentarne il peso; aggiunta di grassi, soprattutto margarina, per ottenere con la correzione della quantità lipidica un formaggio specifico; aggiunta di sostanze coloranti o minerali; aggiunta di pectine e gomme viniliche ai formaggi molli per ottenere maggiore compattezza; aggiunta di formaldeide ai formaggi duri a scopo disinfettante per mascherare difetti di lavorazione dovuti al’utilizzo di latte scadente; vendita di formaggi di provenienza diversa o estera come tipici o DOP; formaggi pecorini e mozzarelle di bufala con parte di latte vaccino; formaggi prodotti con latte in polvere ricostituito (consentito in altri paesi); attribuzione della designazione di formaggio doc a formaggi comuni;
Per le carni, ( quando ci dice bene):
animali di tagli meno pregiati per tagli pregiati (es. lombata del quarto anteriore per lombata del quarto posteriore o filetto); animali della stessa specie ma di qualità diversa (es. vitello adulto per vitello); animali ingrassati con sostanze non consentite (es. ormoni);
Per il latte:aggiunta di acqua ossigenata(H2O2) per ridurre una elevata carica batterica; vendita di latte per neonati prodotto con proteine di soia OGM; aggiunta di alcali per riutilizzare latte inacidito; latte in polvere reidratato; latte convenzionale venduto come prodotto biologico; latte pastorizzato venduto per fresco; presenza di colostro o latte mastitico; latte pastorizzato più volte; aggiunta di acqua;
Per la pasta: utilizzo di farine di grano tenero anziché duro (compromette le qualità organolettiche della pasta); -utilizzo di altri cereali meno costosi non dichiarati in etichetta (e conseguente decadimento qualitativo); utilizzo di semole di qualità scadente o avariate; aggiunta di additivi chimici o coloranti per imitare le paste speciali, le paste all’uovo o mascherare un determinato tipo di sfarinato;
Per il pane: non lo si porta a perfetta cottura affinché rimanga ricco di umidità e quindi più pesante (la legge stabilisce che la percentuale di umidità dipende dalla pezzatura, e varia dal 29% per le pezzature piccole fino a 70 gr, al 40% per pezzature grandi oltre 1 Kg ); aggiunta di grassi o ingredienti diversi da quelli consentiti o dichiarati; altre già elencate per la pasta;
Per il miele: aggiunta di zuccheri di origine diversa; miele venduto con origine botanica diversa da quella dichiarata; mieli extracomunitari non controllati, venduti per mieli italiani;
Per l’olio: oli di semi alterati con coloranti come clorofilla e betacarotene venduti per olio extra vergine di oliva; olio extravergine che contiene oli raffinati sia di oliva che di semi; oli all’origine qualificati non idonei trattati con piccole quantità di olio extra vergine raggiungono parametri validi; oli che non rispondono ai requisiti previsti dai regolamenti comunitari (che già farebbero inorridire e che per di più stanno cambiando grazie all’approvazione del Codex Alimentario dal Gennaio 2010)
Per il riso: riso venduto come prodotto nazionale proveniente dall’estero; varietà di qualità inferiore a quella indicata; miscela di diverse varietà; risi mal selezionati, conservati, vecchi o con aggiunta di chicchi rotti e elementi estranei;
Per il pesce: trattamento con nitrato di potassio (salnitro) per ravvivarne il colore; utilizzo di anilina e ammoniaca per ravvivare il colore delle branchie; tipo di pesce venduto con il nome di un altro di qualità e costo superiore(es. zanchette per sogliole, melù per merluzzi, ecc.); aria per fare sembrare i pesci più nutriti; acqua per farli aumentare di peso; prodotti scongelati per freschi o di allevamento per catturato in mare;
Per i vini: aggiunta di sostanze vietate: alcool metanolo(aumenta la gradazione), antifermentativi, aromatizzanti, coloranti, conservanti antiossidanti; vini ottenuti dalla fermentazione di zuccheri di natura diversa da quelli dell’uva (vietato in Italia ma consentito in altri paesi dell’Unione Europea); qualità non corrispondente a quella dichiarata in etichetta; eccesso di anidride solforosa; gradazione alcolica inferiore a quella prevista;
Per le uova: conservate in frigo e vendute come fresche; uova differenti dalla categoria di peso indicata; uova con la data di preferibile consumo superiore ai 28 giorni consentiti; in più non bisogna proprio pensare a come sono trattate le galline e a quante 'vaccinazioni' esse subiscono…orrori che mangiamo poi con le loro uova.
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Ai fiori di Calendola officinalis spontanea, la medicina popolare riconosce proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche, depurative, diaforetiche, lenitive, cicatrizzanti, coleretiche, vulnerarie; in particolare emmenagoghe, queste ultime già decantate in tempi trascorsi dai seguaci della medicina signaturistica, che interpretavano la rifiorenza della pianta come segno di efficacia quale rimedio per i dolori periodici femminili. Per uso interno l’infuso di fiori è indicato per fluidificare la secrezione biliare e regolarizzare il ciclo mestruale; come anche nei casi di itterizia e disturbi epatici. Padre Vittorio Baroni, nel suo libro “ Dodici Piante Per I Mali del Secolo” edizioni Cantagalli, Siena-1990 " ne fa la migliore pianta per la cura dei tessuti fibramotosi di tutto il corpo.
( mi riservo di scriverne a parte, perché ho avuto numerose esperienze di questo tipo di preparazioni di Calendula a base di Oleolito per uso esterno e di Tintura Madre per uso interno)
I fiori possono essere usati per dare una lieve colorazione gialla ad alcune preparazioni culinarie o per guarnire piatti, insalate, e i boccioli sono migliori dei capperi se colti ancora chiusi e messi sotto sale o sotto aceto.
Personalmente, per i disturbi miei e di alcuni familiari, adotto ancora questo sistema, la tintura Madre é molto pratica anche da portarsi in viaggio. Per fare una Tintura Madre di Calendula, di Alloro bacche, di Bardana radice, di Ginepro ecc., uso dell' Acquavite a 50°, quindi ho già la soluzione alcolica desiderata, senza diluire con acqua ed alcol, tanto più che l’acqua è contenuta nella pianta fresca. E’ possibile usare superalcolici come vodka (frumento), gin (ginepro), slivoviz (prugne), kirsch (ciliege), obstler (mele), ogni tanto anche cognac (uva), whisky (cereali), calvados (mele) e altri, se sicuri della qualità della loro provenienza. Ho conosciuto anziani preparatori del nord Italia che nelle loro tinture “sposavano” il super alcolico alle virtù della pianta, (per esempio il gin e erbe per fare una tintura antireumatica). Sui vecchi ricettari era sempre presente la preparazione e i gradi a cui fare la tintura. Per Tinture Madri dove occorre una alcol maggiore sui 60°, 70°, 80° gradi, procedo come da Tabella dei gradi Alcolici Desiderati, del post precedente.
prescrizioni sbagliate. Consigliatevi sempre con il vostro medico curante.
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Anche nella tradizione popolare casalinga, le tinture si preparano facendo macerare le erbe in alcool. I principi attivi passano nel solvente alcoolico ed hanno un'azione più energica di quelli contenuti in infusi e decotti. L'alcol generalmente usato é :
- alcol etilico destinato al consumo alimentare (il "Buongusto" a 95° gradi in vendita nei supermercati per fare i liquori).
Per diluire alcool etilico di 95º (spirito per liquori) si può usare acqua (pre bollita e lasciata raffreddare o distillata), ci si munisce di un contenitore da 1 Litro e di un contenitore "bricco misuratore graduato in millilitri ", e si segue la seguente Tabella sotto riportata. Si versa l'alcool etilico occorrente di 95º in un recipiente della esatta capacità di 1 litro, si aggiunge tanta acqua fino a raggiungere l'esatto volume di un litro, quindi si agita bene. Si consiglia di diluire l'alcol con l'acqua distillata, aggiungendo (dopo previo calcolo) l'alcol all'acqua, sempre mescolando (non viceversa, perchè può intorpidirsi, specialmente quando si cerca di ottenere una soluzione idroalcolica dai 40 in su).
40°...... 410 ml + "
NOTA : I volumi indicati, in considerazione del tipo di utilizzazione che spiegherò in seguito, sono stati volutamente arrotondati. Non per questo risulteranno meno efficaci.
Il succo di Melograno viene usato come tintura naturale per i tessuti non sintetici infatti macchia i vestiti in modo permanente, può essere eliminato solo se lavato con candeggina. La buccia delle Melagrane serve alla medicina sotto il nome di Malicorium, nome che Plinio fa venire da Corium (pelle) dicendo che il volgo si serviva di questa buccia per conciare le pelli. Anche le foglie del Melagrano erano usate nella medicina Spagyrica come astringenti intestinali. Gli artigianati artistici usano le foglie nei paesi ove questa pianta cresce spontanea, per tutte le operazioni di conciatura delle pelli e a fissare il color nero delle stoffe. Infine, il succo di Melograno si usa nella nostra cucina per macedonie di frutta, gelati, marmellate, per cucinare primi piatti, carni e intingoli a base di pesce.
danzano nubi scure,
e piove,
nel tempo che annuncia
le timide viole…
Che sia gramigna, prezzemolo o equiseto,
tutto profumerà di ieri anche domani.
Sciroppo di violette - Preparazione: raccogliere i fiori delle viole odorose. Coprire d'acqua bollente e lasciare a macerare durante la notte in un vaso di vetro tappato e avvolto in una coperta di lana. Il giorno dopo, scolare e pressare il succo attraverso un panno. Aggiungere al liquido ottenuto, il succo di un limone intero spremuto e filtrato. A questo punto…Quanto liquido avete ottenuto?
Io uso, per orientarmi, quelle “brocche da litro tarate in ML” generalmente disponibili nei supermercati in versione da 1 L. (1000 ml) o da mezzo Litro (500 ml.). Metto il macerato di viole con limone nel bricco misuratore e raddoppio il livello, aggiungendo lo SCIROPPO SEMPLICE (vedi post precedente). Ad esempio, se ho 100 ml, aggiungerò lo sciroppo semplice fino a 200 ml. Quindi metto il macerato di viole 'raddoppiato' di sciroppo semplice in un pentolino di acciaio inox, scaldo il tutto ma non porto a ebollizione. Togliere la “pellicina o pellicolina” che si forma sopra con il cucchiaio li legno, poi travasare caldo in piccole bottiglie scure, tappare e metterle coperte in panni di lana per un giorno, quindi riporle al fresco, lontane dalla luce. Oltre che per guarnire dolci e dessert che potrete inventare, questo sciroppo, se le viole son raccolte nel loro periodo balsamico e in giornate asciutte e assolate, risulterà essere un buon lenitivo della tosse, che piacerà tanto anche ai bambini.
Come si fa : Mettere a riscaldare a fuoco lento acqua e zucchero, fino a che lo zucchero risulterà ben sciolto e la soluzione apparirà trasparente. Ritirare dal fuoco e filtrare utilizzando una tela fine o un colino in acciaio inox. Questo è il procedimento per fare uno ”sciroppo semplice”.
Se a questo sciroppo semplice si aggiunge un infuso, un decotto, una tintura, degli oli essenziali o il succo della pianta medicinale desiderata, si avrà uno ”sciroppo medicinale”.
Un consiglio per prenderci pratica, potrebbe essere quello di iniziare a fare uno sciroppo semplice, con una unità di misura scelta da voi, ad esempio un piccolo bicchiere o una tazzina, si riempie lo stesso contenitore scelto, per sei volte di zucchero e si svuota in un pentolino di acciaio inox. Subito dopo, lo stesso contenitore (bicchiere o tazzina) si riempie per quattro volte di acqua e si aggiunge allo zucchero; accendere il fornello a fuoco lento e girando con un cucchiaio di legno, si accompagna fino alla bollitura. Appena si osserva che il composto bolle e si “solleva” quasi a voler fuoriuscire dalla pentola…continuare a girare col mestolo di legno fino a che, d’un tratto, lo “schiumare” finirà ed il tutto ritornerà limpido e chiaro..Ecco, è il momento di spegnere e lasciare raffreddare. Conservare in una bottiglia di vetro tappata e al riparo dalla luce. A questo sciroppo semplice, base di ogni altra preparazione, poi si proseguirà aggiungendo infusi, tinture ecc. come meglio proverò a spiegare in seguito.
I benefici delle acque calde continuano, con la loro bollitura e l’uso dei suoi vapori, vediamo come: Per realizzare i differenti preparati di seguito elencati, si raccomanda di non usare utensili di alluminio, ferro o rame.
INFUSO: È il metodo più usato per estrarre i poteri curativi da fiori e foglie.
Consiste in una soluzione ottenuta sottoponendo alcuni minuti una pianta all’azione dell’acqua bollente. Si ottiene mettendo le parti della pianta in un recipiente adeguato, tipo teiera, aggiungere acqua bollente, coprire e lasciar riposare da 3 a 20 minuti (o più, a seconda della pianta). Filtrare.
L’infuso si usa per via interna, caldo o tiepido, mai freddo, e può essere dolcificato con poco miele. Per l’uso esterno di un infuso, seguire le stesse applicazioni del decotto.
Si ritira dal fuoco, si lascia riposare qualche minuto e si scola con un passino con una tela fine.
APPLICAZIONI DI DECOTTI E INFUSI: il decotto può essere usato per via interna, sorseggiato tiepido o freddo, (può essere dolcificato con poco miele). Per via esterna decotti e infusi trovano applicazione nelle seguenti forme:
COMPRESSE, PEZZE: si immerge nel decotto (caldo, freddo o tiepido a seconda dell’effetto desiderato) un panno pulito, si spreme e si colloca sulla parte affetta. Le compresse si applicano in genere per far maturare gli ascessi, curare infezioni della pelle, decongestionare e alleviare il dolore.
BAGNI, SEMICUPI, PEDILUVI: con il decotto di erbe prescritte si applica il bagno tiepido o caldo sulla zona affetta. I bagni e i semicupi si usano, generalmente, per tonificare, purificare e rilassare l’organismo.
LAVAGGI e fumenti VAGINALI ( oggi in assoluto disuso, erano invece eccezionali per ridurre fastidiose patologie come la candida e il tricomonas, oppure per le emorroidi. Si procede in questo modo: in una bacinella versare un decotto di camomilla (anche le bustine reperite in erboristeria) e calendula, che abbiano bollito insieme per 10 minuti. Quindi, porre la bacinella in terra o in altra posizione più comoda, un asciugamano grande intorno alla vita e…pian piano (rispetto all’eccesso del calore che è da evitare per non provocarsi scottature) ci si posiziona sempre più vicini, sopra al fumo che emana dalla bacinella fumante, per la durata di circa 15, 25 minuti. Da ripetere, se possibile, due volte al giorno. Sarebbe meglio applicare, alla fine, un unguento adatto; oppure un oleolito di calendula fiori. Per la zona anale, in mancanza d’altro, si può usare un poco di olio o di burro.